Da alcuni anni i suoi video serpeggiano allegramente su YouTube. Partita come comicità di nicchia nelle incursioni televisive su All Music fino alla corte della Gialappa’s Band, Lo Zoo di 105, Mtv e oltre, quella di Maccio Capatonda è divenuta linguaggio e sottomondo giovanile come fu quello di Drive In. Ma crescendo a dismisura grazie al web. A giorni uno dei suoi personaggi più cliccati espanderà la sua essenza da 400 schermi cinematografici del Regno. “Un personaggio sul quale vale la pena spendere un film”…“Un film basato su una storia finta”

In principio era una delle sue comiche a forma di trailer. Uno di quei video che hanno spopolato con miriadi di visualizzazioni online. La presa in giro del concept di Limtless, il film sull’intelligenza in pasticche con Bradley Cooper e Robert De Niro, nel giro di due minuti di web è divenuta parodia della mediocrità italica e delle sue ignoranze: zero informazione, zero sensibilità sociale e umana, zero moralità, zero interesse culturale e zero uso del cervello. Anzi no, di quest’ultimo il 2%. Italiano Medio, l’epopea dell’intelletto perduto dal protagonista Giulio Verme (nome calembour che ricorda umoristicamente il padre della fantascienza) interpretato da Maccio Capatonda, viene portato al cinema dal 29 gennaio dalla Medusa con un lancio articolato e massivo – dall’ultimo Festival del Film di Roma alle più folli clip online.

Tanti successi di questo millennio nascono proprio così: un buon cadenzato mix tra set, teaser e web; poi immagini, clip e social aprono la strada a tutto il resto (Tv, radio, articoli, interviste ecc.). Durante la presentazione con la stampa romana, Giampaolo Letta di Medusa ha raccontato che i video raccolgono un pubblico trasversale, coivolgendo a sorpresa anche fan over 60. Sarà, ma di sicuro lo zoccolo duro, e soprattutto grosso, molto grosso, lo compongono giovani e giovanissimi tra medie, superiori e università. Mentre i quasi quarantenni sono i primi a latitare per popolarità intorno a Maccio & company. Chissà se gli spettatori ultracinquantenni gradiranno la comicità demenziale quanto i ragazzi…

Ma Medusa non investe a vuoto, tanto che il caso Capatonda fa pensare a un cinema punk. Sguaiato, liberatorio, determinante e senza finezze come furono i Sex Pistols, mentre il demiurgo Letta sembra il loro pacato Malcolm McLaren. A prescindere da teorizzazioni e similitudini, veniamo al film. Giulio, alias Capatonda, al secolo Marcello Macchia, è un fantozziano moralista afflitto da mille problemi legati alla società che lo circonda. Ingoiando una pasticca che riduce le facoltà mentali al 2% scopre quanto la libertà di un mondo senza pensieri sia più piacevole, conveniente e goduriosa. Tanto da arrivare al noto reality MasterVip a suon di avventure estreme.

Il buonumore c’è anche per le folgorazioni grammaticali da errori e sovrapposizioni nel parlato che avvicinano molto Capatonda a Nino Frassica, qui per un piccolo cameo grondante i suoi famosi non-sense. Le situazioni costruite da una sceneggiatura non miseramente ridotta a collage di comiche saranno un bel bottino di nuove battute per i fan che andranno a vederlo. Vanno a finire invece braghe all’aria pregiudizi e attenzioni politicamente corrette per omosessualità, ambientalismo – il piccione rosa sul Bio Parco e la raccolta differenziata che Verme pratica per professione sono irresistibili – abusivismo edilizio e sistema mediatico costruito intorno ai partecipanti del reality di turno. Per non parlare del dialetto abruzzese che vela il tutto. La regia è quella snella da YouTube, trailer di Mai dire Lunedì e poco più. Ma lo stile cinematografico elementare viene sostenuto dalla capacità di far ridere, in diversi momenti anche a crepapelle, con un umorismo che gioca con la scemenza. Punk e senza freno, appunto.

È stato paragonato al Verdone di Bianco, Rosso e Verdone per la locandina (davvero simile, a dir poco) e per la galleria di personaggi e travestimenti. Forse, ma in questo ricorderebbe più i trasformismi televisivi alla Non-Stop. Maccio sul set non ha neanche avuto un maestro come Sergio Leone al suo fianco, e si vede. Ma lui e i suoi sono bravi dentro.

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