Il primo cittadino era stato sospeso per effetto della legge Severino, dopo la condanna in primo grado a un anno di reclusione per abuso d’ufficio per la realizzazione del termovalorizzatore
Il candidato alle primarie del Pd per la Regione Campania, Vincenzo De Luca, si conferma l’uomo dei record. Il Tar, con un decreto monocratico notificato agli avvocati per posta elettronica certificata, lo ha già reintegrato nella carica di sindaco di Salerno. Il provvedimento arriva pochissime ore dopo il deposito del ricorso contro il decreto prefettizio di sospensione, in applicazione della legge Severino, che a sua volta aveva battuto ogni primato di velocità: firmato ed eseguito appena due giorni dopo la sentenza di condanna del Tribunale di Salerno per abuso d’ufficio a un anno di reclusione (pena sospesa). Sentenza giunta al termine del processo per l’incarico di project manager della realizzazione del termovalorizzatore di Cupa Siglia a un suo fedelissimo ex capo staff.
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, l’altra vittima illustre della Severino, venne sospeso sette giorni dopo la condanna e protestò con veemenza contro la rapidità della Prefettura di Napoli. Un capolavoro di lentezza rispetto ai tempi salernitani. Proprio il precedente de Magistris è stato utilissimo a De Luca. De Magistris infatti è stato reintegrato circa un mese dopo la sospensione in base a un’ordinanza collegiale del Tar Napoli presieduto dal giudice Cesare Mastrocola che pone dubbi sulla legittimità costituzionale della retroattività di una norma sanzionatoria. Va da sé che il Tar di Salerno altro non ha fatto che passare alla Corte Costituzionale gli stessi interrogativi sollevati dai colleghi napoletani sul ricorso dei legali del primo cittadino partenopeo.
Brevissima, dunque, la reggenza del vice sindaco Enzo Napoli. E passata del tutto inosservata, considerando che tra la sospensione e il reintegro di De Luca è trascorso solo il week end, giorni in cui la macchina comunale si ferma. Il Tar di Salerno ha deciso con un’ordinanza d’urgenza sul ricorso protocollato stamane dall’avvocato Angelo Brancaccio. Il ricorso aveva sollevato una eccezione di incostituzionalità della legge Severino, chiedendo l’emanazione di un decreto monocratico nelle more dell’udienza collegiale. Richiesta accolta. A tempo di record.