Il gruppo fondato nel 2011 dal genovese Federico Biolé è diventato un riferimento per tutti i pendolari che ogni fine settimana si ritrovano a percorrere la strada che collega il capoluogo ligure a quello lombardo
“Partenza da Genova Brignole alle 17.30, posti disponibili 3”, e ancora “Partenza domani da Bisceglie ore 17/17,30” e “Venerdì ore 19 partenza Milano Famagosta direzione Genova. 2 posti liberi”: scorrendo la bacheca Facebook dei Figli della Serravalle, il gruppo fondato nel 2012 dall’ormai ex pendolare genovese Federico Biolé, sembra quasi di consultare l’orario dei mezzi pubblici, tanto sono precisi, organizzati e puntuali gli annunci con cui questa comunità che conta ormai quasi 380 membri posta quasi quotidianamente per organizzare navette da e per Milano e Genova.
Dei veri “figli della Serravalle”, appunto, perché costretti, vuoi per lavoro, vuoi per amore, a percorrere ogni fine settimana la famigerata autostrada tutta curve che collega il capoluogo lombardo a quello genovese, con la pioggia e con il sole, con la neve e con la nebbia: trasferte che per i pendolari spesso si rivelano veri e propri incubi, sia per coloro che scelgono il treno e sono costretti a pigiarsi come sardine in carrozza al fianco di decine di altri “sfortunati”, sia per chi preferisce l’autonomia della macchina, che si scontra però con le crescenti spese di benzina, autostrada e manutenzione dell’auto che incidono sul budget mensile.
“Il gruppo è nato per puro egoismo: ero stato appena assunto a Milano, e dovevo tornare a Genova spendendo il meno possibile. I primi tempi usando la macchina, tra benzina e autostrada spendevo circa 240 euro al mese”. Una cifra che incideva troppo sul budget, spiega il 37enne genovese, che ha incominciato a pensare a una soluzione, finché un giorno, complice una conversazione con la moglie, è arrivata l’illuminazione: “Carolina, allora la mia fidanzata, fa l’avvocato, e mi parlò di un gruppo nato su Facebook in cui gli avvocati si scambiavano favori, si sostituivano alle udienze, si davano passaggi. E mi ha suggerito di creare qualcosa di simile”. Fu così che nel novembre del 2011 nacque il primo gruppo “non ufficiale” di car pooling ligure, che a distanza di quasi 4 anni può contare su 376 membri: “Mai avrei pensato che saremmo arrivati a un numero così alto. Ho cercato di trovare più gente possibile che facesse la spola, in modo da assicurarmi di avere almeno spese a viaggio: ottimizzando l’auto, e cioè riempiendo tutti e 5 i posti disponibili, la spesa a testa è di circa 5 euro, 10 andata e ritorno, per un totale di 40 euro mensili”.
Ma come funziona l’iscrizione al gruppo? Nella maniera più semplice possibile: “È fondamentalmente autogestito, io ho dato all’inizio qualche regola generale principalmente sul costo della corsa, che non deve mai superare i 25-30 euro totali. Poi, chi si sposta da Milano a Genova o viceversa posta un messaggio in bacheca con data e ora di partenza, posti disponibili e luogo di appuntamento. Dopo un po’ si vengono a creare sottogruppi di persone che fanno la spola sempre lo stesso giorno, alla solita ora, e magari viaggiano insieme perché lavorano tutte vicino”. E la convivialità è un fattore fondamentale che differenzia i Figli della Serravalle da altri servizi di car pooling o ride sharing come per esempio Bla Bla Car: “È meno impersonale, e più divertente. Si conosce gente nuova, si creano nuove amicizie, insomma, si va oltre i limiti del social network, trasformando le amicizie virtuali in reali, si socializza. Abbiamo anche organizzato degli aperitivi a Milano per conoscerci di persona e rompere il ghiaccio prima di salire in auto”.
E conoscersi è uno dei requisiti fondamentali per iscriversi al gruppo: “È così che tutelo i membri, soprattutto le donne, che prima di viaggiare con qualcuno devono essere certe di potersi fidare. Per questo è un gruppo chiuso, cui possono accedere soltanto le persone che hanno già un amico all’interno che garantisce per loro. In questo modo si evita di avere a che fare con perfetti sconosciuti, e si mette un freno alle situazioni potenzialmente fastidiose o, addirittura, pericolose. Nonostante non sia al momento un membro attivo (Biolé ha abbandonato la sede milanese della banca in cui lavorava per tornare a Genova, ndr), continuo a occuparmi delle richieste di amicizia, e ogni giorno capita che ne rifiuti qualcuna”.
Il metodo, per quanto semplice, pare efficace: in tutti questi anni al fondatore non sono mai arrivate né lamentele, né reclami: “Io non ho un sistema di verifica di identità, uno può eludere il controllo e chiedere l’ingresso. L’unico sistema che ho per poter controllare e aggiungere membri è accettare solo chi ha già un amico all’interno, una sorta di catena di Sant’Antonio. C’è da dire anche che a Genova ci si conosce tutti, alla fine ci metti la faccia.”
Visti gli ottimi risultati ottenuti dall’iniziativa, Biolé pensa al futuro: “Mi sarebbe piaciuto molto trasformare il gruppo in un vero e proprio network organizzato, magari con un sito e un’applicazione. Un po’ come funziona Uber, ma senza scopo di lucro. Però ci vogliono soldi e tempo da investire, cose che al momento non ho, ma chissà, se trovassi qualcuno interessato….”. Nel frattempo l’intraprendente 37enne, dopo circa un anno di lavoro a Genova, è tornato a fare il pendolare, questa volta verso Ovada. E chissà che a breve non nasca un nuovo sottogruppo: “Potrebbe chiamarsi i Figli dei Giovi…”.