“Ho già detto che questo è il mio ultimo messaggio e anche che ciò che separa dalla mia liberazione è la scarcerazione di Sajida”. Inizia così l’ultimo messaggio diffuso dallo Stato Islamico che ha per protagonista Kenji Goto Jogo, il prigioniero giapponese rimasto in vita dopo la decapitazione del compagno Haruna Yukawa, che rinnova l’ultimatum dei miliziani per la sua sopravvivenza: se entro 24 ore il governo giordano non scarcererà Sajida al-Rishawi, la terrorista appartenente ai jihadisti di Tawhid al Jihad confluiti nell’Isis che facevano capo ad Abu Musab al-Zarqawi, i miliziani fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi lo decapiteranno.
Lo stile del video messaggio è sempre lo stesso: foto dell’uomo che indossa la tuta arancione simile a quella dei prigionieri di Guantanamo e tiene in mano una foto, con la registrazione audio in sottofondo. Ciò che cambia rispetto al filmato precedente, però, è che l’immagine mostrata dal prigioniero è un primo piano di Muadh Kassasbe, pilota giordano catturato a Raqqa a fine dicembre. L’uomo, che alcune fonti locali davano per morto, sarebbe ancora in mano ai miliziani di al-Baghdadi che lo offrono al governo giordano nello scambio di prigionieri: Goto Jogo e Kassasbe in cambio di al-Rishawi, questa è la nuova offerta dell’Isis. “Il governo giapponese – dice Goto Jogo nel video – deve esercitare la massima pressione su quello della Giordania. Manca poco tempo, cosa c’è di difficile da capire? Lei (al-Rishawi) è prigioniera da 10 anni, io da un paio di mesi. Lei per me. Il governo giordano – continua – è responsabile anche del destino del pilota. Per liberare me avete 24 ore di tempo, per lui anche meno”.
Secondo il governo giapponese, le autorità giordane stanno cercando di entrare in contatto con esponenti dello Stato Islamico attraverso diverse fonti. Ciò di cui non si parla nel video messaggio, ma che riportano alcuni media di Amman, è che in cambio del pilota catturato, i jihadisti avrebbero chiesto la liberazione di Ziad al-Karboli, un ex consigliere del leader di Al Qaeda in Iraq, in carcere in Giordania dal 2008, dove è stato condannato alla pena capitale per l’uccisione di un cittadino di Amman.
Poi l’ultimo appello del cittadino giapponese che mette in guardia l’esercito e l’intelligence nipponica e giordana dal compiere possibili azioni militari per arrivare alla liberazione degli uomini, senza rispettare gli accordi imposti dai combattenti in nero: “Non lasciateci morire – conclude – Qualsiasi tentativo di infrangere gli accordi provocherà la nostra morte. La scelta è ora nelle mani del tribunale giordano”.
Mondo
Isis, ultimatum di 24 ore per l’ostaggio giapponese e il pilota giordano
In un video Kenji Goto Jogo, il cui connazionale è già stato ucciso nei giorni scorsi dai jihadisti, spiega che la sua liberazione e quella del prigioniero catturato a Raqqa dipende dal rilascio della kamikaze Sajida al-Rishawi, detenuta in Giordania dall'attentato di Amman del 2005
“Ho già detto che questo è il mio ultimo messaggio e anche che ciò che separa dalla mia liberazione è la scarcerazione di Sajida”. Inizia così l’ultimo messaggio diffuso dallo Stato Islamico che ha per protagonista Kenji Goto Jogo, il prigioniero giapponese rimasto in vita dopo la decapitazione del compagno Haruna Yukawa, che rinnova l’ultimatum dei miliziani per la sua sopravvivenza: se entro 24 ore il governo giordano non scarcererà Sajida al-Rishawi, la terrorista appartenente ai jihadisti di Tawhid al Jihad confluiti nell’Isis che facevano capo ad Abu Musab al-Zarqawi, i miliziani fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi lo decapiteranno.
Lo stile del video messaggio è sempre lo stesso: foto dell’uomo che indossa la tuta arancione simile a quella dei prigionieri di Guantanamo e tiene in mano una foto, con la registrazione audio in sottofondo. Ciò che cambia rispetto al filmato precedente, però, è che l’immagine mostrata dal prigioniero è un primo piano di Muadh Kassasbe, pilota giordano catturato a Raqqa a fine dicembre. L’uomo, che alcune fonti locali davano per morto, sarebbe ancora in mano ai miliziani di al-Baghdadi che lo offrono al governo giordano nello scambio di prigionieri: Goto Jogo e Kassasbe in cambio di al-Rishawi, questa è la nuova offerta dell’Isis. “Il governo giapponese – dice Goto Jogo nel video – deve esercitare la massima pressione su quello della Giordania. Manca poco tempo, cosa c’è di difficile da capire? Lei (al-Rishawi) è prigioniera da 10 anni, io da un paio di mesi. Lei per me. Il governo giordano – continua – è responsabile anche del destino del pilota. Per liberare me avete 24 ore di tempo, per lui anche meno”.
Secondo il governo giapponese, le autorità giordane stanno cercando di entrare in contatto con esponenti dello Stato Islamico attraverso diverse fonti. Ciò di cui non si parla nel video messaggio, ma che riportano alcuni media di Amman, è che in cambio del pilota catturato, i jihadisti avrebbero chiesto la liberazione di Ziad al-Karboli, un ex consigliere del leader di Al Qaeda in Iraq, in carcere in Giordania dal 2008, dove è stato condannato alla pena capitale per l’uccisione di un cittadino di Amman.
Poi l’ultimo appello del cittadino giapponese che mette in guardia l’esercito e l’intelligence nipponica e giordana dal compiere possibili azioni militari per arrivare alla liberazione degli uomini, senza rispettare gli accordi imposti dai combattenti in nero: “Non lasciateci morire – conclude – Qualsiasi tentativo di infrangere gli accordi provocherà la nostra morte. La scelta è ora nelle mani del tribunale giordano”.
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Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "È quello che abbiamo chiesto. Ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari, capire qualcosa mi piacerebbe". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono se la giornalista potrà avere altre visite da parte dell'ambasciata.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Nella telefonata di ieri "avrei preferito notizie più rassicuranti da parte sua e invece le domande che ho fatto... glielo ho chiesto io, non me lo stava dicendo, le ho chiesto se ha un cuscino pulito su cui appoggiare la testa e mi ha detto 'mamma, non ho un cuscino, né un materasso'". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "No, dopo ieri nessun'altra telefonata". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ai cronisti dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "Le telefonate non sono frequenti. E' stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che era stata arrestata, poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ieri è stato proprio un regalo inaspettato. Arrivano così inaspettate" le telefonate "quando vogliono loro. Quindi io sono lì solo ad aspettare".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Questo incontro mi ha fatto bene, mi ha aiutato, avevo bisogno di guardarsi negli occhi, anche tra mamme, su cose di questo genere...". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
"Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Adesso, assolutamente, le condizioni carcerarie di mia figlia". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono quali siano le sua maggiori preoccupazioni. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...".