Pier Carlo Padoan, Giuliano Amato, Sergio Mattarella. È questo il tris di assi che impazza nei borsini, per la corsa al Colle, dei principali giornali. Per il Sole24ore (Emilia Patta), “alla fine di una giornata che segna, almeno per il momento, la riconciliazione in casa Pd, la rosa dei candidati alla successione di Giorgio Napolitano sembra restringersi a tre nomi”. Sergio Mattarella, giudice della Corte Costituzionale, “è gradito sia a Renzi sia ai parlamentari del Pd, anche se su di lui grava una resistenza da parte di Silvio Berlusconi”.
Pier Carlo Padoan viene considerato “il candidato del cuore di Renzi”. Giuliano Amato, invece, “è ritornato in pole position proprio alla fine di una giornata di “ascolto trascorsa tra Montecitorio e Palazzo Madama”. Sull’ex braccio destro di Bettino Craxi si registra al momento un forte pressing e “una convergenza ampia, che dal Pd passa per i centristi della maggioranza e arriva fino a Forza Italia”. Certo, continua il Sole24ore, restano in campo le quotazioni del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, di Anna Finocchiaro, “che ha l’indubbio vantaggio di essere l’unica donna della rosa”, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Calano le quotazioni di Walter Veltroni e Piero Fassino, “a causa delle indicazioni non univoche arrivate dai parlamentari democratici su di loro”.
La Stampa (Carlo Bertini) mette in pole position Sergio Mattarella, Pier Carlo Padoan e Piero Fassino. Con Giuliano Amato sullo sfondo. Scrive Carlo Bertini: “Sul primo (Mattarella) c’è il tentativo di capire se sono superabili le resistenze di Forza Italia e degli ex diessini. […] Dunque l’operazione Mattarella non è semplice anche se meno difficile di altre, assicurano i renzani”. Il ministro dell’Economia, invece – “nome di cui si parla con insistenza” – è “la carta che il premier si tiene in serbo, ma che lo obbligherebbe ad un rimpasto di governo su una casella molto sensibile, con Delrio dato in pole per l’Economia e la Boschi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio”.
Secondo Repubblica (Francesco Bei), a due giorni dal fischio di inizio del grande gioco del Quirinale emergono quattro personaggi, “ormai sufficientemente consolidati”. Anzitutto il solito Giuliano Amato, “una candidatura che al premier non fa fare i salti di gioia. Soprattutto perché – scrive Bei – si è convinto che, dietro Berlusconi (che ripete in ogni occasione privata quanto sia favorevole all’ex premier socialista), in realtà si muovano nell’oscurità alcuni suoi avversari interni. Dalemiani, lettiani e bersaniani”. Nel “listino” dei quattro personaggi alla conquista del Colle anche Piero Fassino. Il quale è un altro candidato “che potrebbe unire le varie anime del Pd in nome della Ditta”. L’ex segretario del Pd Walter Veltroni, invece, “non raccoglierebbe sufficienti suffragi nel Pd”. Infine, Pier Carlo Padoan. Un profilo congeniale “specie in un periodo non semplice sui mercati per via della Grecia”.
Ma, secondo Repubblica, circola anche una seconda lista. Che annovera: Sabino Cassese, Ugo De Siervo, Sergio Chiamparino (che ieri anche Repubblica dava in pole position), Paolo Gentiloni e Anna Finocchiaro.
Quotazioni de il Giornale (Andrea Cuomo). Secondo il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, gli ultimi indizi fanno crescere le quotazioni di Pier Carlo Padoan, Sergio Mattarella e Walter Veltroni. Ma, secondo il giornalista Cuomo, resta della gara il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Discorso a parte merita Giuliano Amato. Perde difatti consistenza l’appeal “quirinalizio” dell’ex braccio destro di Craxi, che “paga il trend al ribasso del Partito del Nazareno, del quale è considerato il bomber”. Stabili, invece, le due quote “rosa”: la senatrice Anna Finocchiaro e il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Infine il Messaggero (Alberto Gentile). Secondo il quotidiano di via del Tritone, le sorprese non mancano. La prima riguarda “la caduta delle quotazioni del nome fortemente voluto da Matteo Renzi: il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Contro l’ipotesi di un tecnico al Quirinale si schiera gran parte del Pd, che il premier-segretario ha il disperato bisogno di ricompattare in vista del voto decisivo di sabato”. La seconda sorpresa è che “la candidatura di Giuliano Amato, data praticamente in caduta nei giorni scorsi, torna prepotentemente a galla”.
In calo, invece, Sergio Mattarella. Un motivo? “L’ex Cavaliere – scrive Gentili – è freddo, se non ostile, visto che l’attuale giudice costituzionale da ministro si dimise nel ’90 per provare a bloccare la legge Mammì sulle tv”. Buone chances per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Qualche passo indietro si piazzano Sergio Chiamparino e Paolo Gentiloni. Mentre perde quota Anna Finocchiaro perché “non avrebbe il sostegno dei deputati democratici”. Le alternative? O il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso. O Pier Ferdinando Casini. Su quest’ultimo, per il quarto giorno di fila, il Messaggero (il cui editore è il suocero di Casini) continua a scrivere che l’ex presidente della Camera è “il candidato trasversale in grado di saldare due fronti”.