Società

Roy Dolce, il mio amico gigolò

Roy Dolce è un gigolò, e io sono un cliente. Non un cliente di Roy, Roy è un gigolò etero. Sono un cliente di prostitute. Perché mi avvalgo di professioniste che mi accolgono in deliziosi appartamenti? Perché sono solo, terribilmente solo, e sento la mia carne urlare, urla: pietà. Perché sono solo? Facile da spiegare, ho gli stessi gusti di Bobo Vieri ma non sono Bobo Vieri, sono un filmmaker squattrinato, e sul mercato del desiderio un filmmaker squattrinato non ha molta presa.
Continuo a cercare l’amore, non mi sono arreso, ho 45 anni, i testicoli ancora in fermento, ma per ora l’unica donna che mi piace preferisce fare lezioni di Taijiquan, arte marziale cinese che si occupa di ‘esplorare il vuoto’.
Capite? Questa donna preferisce il vuoto al mio fallo! Sono cose che possono destabilizzare. Forse ho perso fiducia in me stesso? Può essere.

Ho incontrato Roy qualche anno fa, era dalle parti di Lecco, doveva fare sesso con la moglie di un contadino guardone, ah, non esistono più i contadini di una volta! Che fine ha fatto l’albero degli zoccoli? Comunque, mi ha telefonato e ci siamo incontrati a Milano. Come al solito ho acceso la mia videocamera e Roy si è “spogliato”, senza censure e senza sconti a se stesso si è aperto, si è denudato, in fondo è il suo mestiere. Sapendo che avrei messo questo film sul Fatto Quotidiano online mi ha voluto scrivere queste parole:

“Un giorno navigando su google alla parola gigolò mi è apparso il video di un tizio che non avevo mai visto. Incuriosito sono andato subito a vedere chi fosse questo “nuovo” collega, poi guardando il video ho capito che si trattava di uno scherzo e che l’autore del video non era affatto un escort, ma un regista al quale mi sono subito appassionato. Gli ho fatto i complimenti perché ero veramente colpito da ciò che scriveva e filmava e così è nata un’amicizia. Ricky ha voluto dedicarmi uno dei suoi video ritratti, a dire il vero forse il suo ritratto è l’unico che veramente mi somiglia. Ci sono molto affezionato e poi sono grato a Ricky che ha voluto parlare di chi fa il mio mestiere.
 
La prostituzione in Italia è una attività legale e tollerata dallo Stato. Dal punto di vista tributario, non esiste alcuna norma che, direttamente o indirettamente, disciplini la prostituzione, quindi in teoria le prostitute o i gigolò non dovrebbero pagare le tasse visto che per la loro professione non esiste nessun tipo di regolamentazione fiscale e contributiva. Ma c’è dell’altro: se le prostitute e i gigolò pagassero le tasse, lo Stato si porrebbe nella paradossale situazione di sfruttare la prostituzione, che è un reato, e questa situazione sarebbe contraddittoria in quanto lo Stato non può commettere reati. Chi si prostituisce non ha però vita facile perché la società considera comunque questa attività molto discutibile dal punto di visto etico e morale. Chi sceglie questa professione spesso si sposa con la solitudine  – vende “amore” in cambio di una vita ai margini della società. E’ sicuramente più dura per le donne che per gli uomini, resta comunque il fatto che per la maggior parte delle persone chi si prostituisce è una persona deprecabile. Ringrazio Ricky e spero che con il suo video possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione che in Italia è da sempre irrisolta.”
Roy
 
Caro Roy, tu non sei una persona deprecabile. La lotta contro l’ipocrisia, l’ironia e la solitudine sono i nostri punti di contatto. E se fossimo la coppia più bella del mondo? Sposiamoci! Io starò a casa a fare il casalingo, e tu vai fuori a lavorare, e quando torni ti faccio trovare il brodino. No, mi sa che non funzionerebbe, siamo troppo legati alle nostre mamme.