Patteggiamento a un anno e dieci mesi per Davide Vannoni, fondatore del metodo Stamina. La proposta, avanzata a Torino nel corso dell’udienza preliminare, ha il consenso del pm Raffaele Guariniello. Già sabato 24 gennaio, secondo le informazioni trapelate dalla procura, avrebbe ottenuto la riduzione della pena a quanto stabilito oggi se avesse rinunciato al ricorso al tribunale amministrativo e interrotto le sue attività in Italia e all’estero. L’imputato otterrà la sospensione condizionale e la non menzione della pena se il gup Giorgio Potito accoglierà la richiesta il 18 marzo.

Guariniello, hanno riferito i difensori di Vannoni a margine dell’udienza, ha affidato il suo parere positivo a un documento in cui fa presente che il ritiro del ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento del Comitato scientifico che boccia la terapia Stamina toglie ogni dubbio sul rischio di una “reiterazione del reato“.

Oltre a Vannoni hanno depositato richiesta di patteggiamento anche la biologa Erica Molino e Gianfranco Merizzi, ex presidente dell’associazione farmaceutica Medestea, entrambi difesi dall’avvocato Alberto Mittone, il neurologo Leonardo Scarzella, difeso dall’avvocato Roberto Trinchero, Marino Andolina, ex vicepresidente di Stamina, assistito dall’avvocato Roberto Piacentino e il medico Andrea Losana. Il medico Roberto Ferro aveva già chiesto di patteggiare la volta scorsa.

Dovrebbero essere due gli indagati che hanno scelto invece il rito abbreviato. Altri quattro indagati, tra cui Ermana Derelli, la donna al vertice fino a poco fa degli Spedali civili di Brescia, non hanno scelto alcun rito alternativo. In mattinata, sempre in sede di udienza preliminare, si discutono le posizioni dei medici bresciani Fulvio Porta e Arnalda Lanfranchi. Anche loro non hanno scelto riti alternativi e sperano nel proscioglimento.

Nei giorni Vannoni aveva postato sulla sua pagina Facebook un link in cui si ribadiva che, in base ai dettami della Cassazione, il patteggiamento non può essere considerato una condanna. “Tanto per chiarire le idee ai giustizialisti e ai superficialotti del diritto (in primis diversi giornalisti)”, aveva aggiunto.

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