Prima avevano occupato uno stabile di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, poi, quando sono stati sgomberati dalle forze dell’ordine, hanno deciso di “abitare”, almeno temporaneamente, la cattedrale di San Pietro a Bologna. Hanno trasferito tende e sacchi a pelo tra i banchi del principale luogo di culto del capoluogo bolognese “in segno di protesta contro la Curia, che si comporta come i privati sgomberando chi manifesta per il diritto alla casa”, gli attivisti del collettivo Idra, che dal 5 dicembre avevano preso residenza in via Albiroli, all’interno di un palazzo di proprietà della Curia rimasto vuoto per circa tre anni, “per rivendicare il diritto all’abitare”. Salvo essere sgomberati da polizia e carabinieri via la mattina del 28 gennaio, in seguito al sequestro dell’edificio disposto dalla Procura di Bologna, richiesto dalla pm Antonella Scandellari e ordinato dal gip Maurizio Millo.

“In questi mesi abbiamo cercato di aprire un dialogo con la Curia – spiega Loris, uno degli antagonisti di Idra – ma senza alcun risultato. Quindi, quando le forze dell’ordine ci hanno cacciati da via Albiroli, siamo passati all’occupazione della cattedrale, in segno di protesta. E alla fine qualcosa abbiamo ottenuto: monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Curia di Bologna, è venuto a incontrarci, un risultato positivo perché significa che siamo riusciti a costringerli ad ascoltarci”.

L’ondata di occupazioni che da qualche mese interessa Bologna, la più significativa in termini di occupanti è quella dell’ex edificio Telecom di via Fioravanti, dove dal 4 dicembre scorso risiedono 280 persone, 103 delle quali minorenni, spiega il collettivo, “è dovuta a un’emergenza che le istituzioni continuano a dimostrarsi incapaci di risolvere: quella abitativa – continua Loris – tra la disoccupazione che continua a crescere, superando di mese in mese i record storici, e il numero degli sfratti, anch’esso in aumento di anno in anno, la situazione in città è grave. Eppure abbiamo molti edifici vuoti, abbandonati al loro destino”

Come quello di via Albiroli, occupato da Idra subito dopo che le forze dell’ordine avevano sgomberato l’edificio di via San Vitale precedentemente abitato abusivamente dal collettivo, che secondo i manifestanti “era pieno di siringhe, e in totale stato di abbandono da almeno tre anni”. “Noi ci eravamo resi disponibili a dialogare con la Curia subito dopo l’occupazione di dicembre, ma nessuno ci ha mai voluti incontrare – rivendica l’Idra – e alla fine ci hanno sgomberati con la forza”.

Da qui il breve corteo per le vie della città subito dopo lo sgombero, capofila lo striscione “ciò che voi lasciate all’in-curia, noi lo riprendiamo”, e poi l’occupazione della cattedrale, messa in atto da una quindicina di attivisti e andata avanti fino al pomeriggio: “Vogliamo soprattutto aprire un dibattito, anche all’interno della Chiesa – sottolinea Loris – attraverso l’occupazione di San Pietro abbiamo avuto l’occasione di spiegare le nostre ragioni. Ci hanno risposto che la Curia fa la carità, ma questo non giustifica il mancato utilizzo di uno spazio come quello di via Albiroli, che se ristrutturato potrebbe ospitare tante famiglie. Bologna, così come il resto dell’Italia, vive una situazione drammatica, e il governo Renzi non fa nulla per aiutare chi si trova in difficoltà, se non ripetere promesse su promesse che puntualmente vengono disattese. Tutti, quindi, devono farsi avanti, non è più il momento di voltare le spalle. Anche la Curia”.

* Foto dal profilo Facebook del collettivo Hobo

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