Fuori l’unica citaviana, dentro un renziano di ferro per riequilibrare i poteri all’interno del governo. Maria Carmela Lanzetta, secondo quanto ha affermato, dovrebbe dimettersi da ministro per gli Affari regionali nella giornata di venerdì (ma sul sito di Palazzo Chigi è già data come dimissionaria), lasciando una casella libera che Matteo Renzi dovrà necessariamente riempire. Inizialmente l’addio all’esecutivo era stato annunciato con l’accettazione dell’incarico di assessore nella giunta della Regione Calabria, guidata da Mario Oliverio. La sua decisione è stata però congelata in seguito al caso-De Gaetano, l’assessore nominato nonostante il coinvolgimento in un’inchiesta sul voto di scambio. Cosa che ha portato Lanzetta alla momentanea rinuncia per non inficiare l’immagine di simbolo della legalità: “Ho deciso di non fare parte dell’Esecutivo”, ha spiegato all’Ansa. “Non c’è chiarezza sulla posizione di Nino De Gaetano, pur avendolo conosciuto come assessore regionale impegnato nella difesa dei lavoratori precari” In ogni caso a Palazzo Chigi valuteranno la sua sostituzione dopo l’elezione del successore di Giorgio Napolitano.
Al momento sul tavolo del presidente del Consiglio c’è una doppia opzione. La prima, che ha preso quota in questi giorni all’interno del Partito democratico, è quella che vedrebbe Graziano Delrio, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, tornare al dicastero già occupato durante l’esperienza del governo di Enrico Letta. Uno scenario che porterebbe così alla promozione di Luca Lotti, oggi ‘semplice’ sottosegretario con delega all’Editoria, a plenipotenziario del renzismo. Per l’ex responsabile organizzazione della prima segretaria di Renzi si tratterebbe di un notevole salto di qualità, un premio per come ha gestito – insieme a Denis Verdini di Forza Italia – la trattativa che ha portato all’approvazione della nuova legge elettorale in Senato. Renzi, però, non vuole forzare i tempi. Delrio, infatti, potrebbe essere il jolly da utilizzare nel caso in cui i franchi tiratori dei vari schieramenti si mettessero di traverso facendo allungare a dismisura i tempi per la nomina del nuovo capo dello Stato. Ecco perché, per il momento, il numero uno di Palazzo Chigi ha deciso di assumere l’interim agli Affari regionali.
L’ex sindaco di Firenze ha già studiato un piano B. Che porta il nome, meno noto, di Lucia De Siervo, figlia dell’ex presidente della Corte Costituzionale Ugo, indicato nella rosa dei candidati per la corsa al Colle. Quarantaquattro anni, la De Siervo ha un curriculum di renziana di ferro. È infatti componente del ‘giglio magico’ della prima ora nonché sorella di Luigi, amministratore delegato di Rai Com (la società esterna del servizio pubblico nata nel 2014 per valorizzare il patrimonio audiovisivo italiano a livello nazionale ed internazionale) e moglie di Filippo Vannoni, presidente della partecipata fiorentina Publiacqua. Dopo essere stata, da luglio 2009 a ottobre 2011, a capo del gabinetto del Comune di Firenze quando l’ex rottamatore regnava a Palazzo Vecchio, Lucia De Siervo ha ottenuto un altro incarico importante, lasciato poi nel maggio 2014: direttore cultura, promozione economica, turismo e sport.
Solo tre mesi dopo, però, è stata nominata direttore delle attività economiche dal ‘delfino’ di Renzi, il sindaco Dario Nardella. A novembre, la De Siervo ha sostenuto l’esame per diventare dirigente economico-finanziario del Comune di Firenze. Un incarico che avrebbe previsto la firma di un contratto a tempo indeterminato. Ma per lei la prova non è andata come sperato, visto che non ha passato neanche la preselezione. Ecco perché, ora, Renzi potrebbe aprirle un paracadute portandola al governo e compiendo anche un’altra operazione: salvaguardare la presenza femminile nel governo, già squilibrata dalla sostituzione di Federica Mogherini con Paolo Gentiloni. Sperando che la fedelissima De Siervo non sia un altro “ministro invisibile”, come è stata definita dall’M5S Maria Carmela Lanzetta.
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