Società

Giornata della memoria: Grillo, la rete e la Storia

Negli ultimi anni, la grande novità nella politica italiana è la rete. Grillo e i suoi seguaci gridano spesso “la rete deciderà, la rete decreterà, facciano le consultazioni sulla rete”. In poche parole, è un partito proiettato verso il futuro – o perlomeno ciò che crede sia il futuro.

Ma basta fare un confronto tra la rete e la storia europea del XX secolo per capire che nel caso di Grillo la storia è un materiale a suo uso e consumo. Nell’aprile 2014 Grillo fece un uso molto particolare del cancello più famoso del mondo, il cancello dove i nazisti scrissero “Arbeit macht frei (questa targa ultimamente è stata rubata da due semplici delinquenti. Grillo non lo ruba, ma lo sfrutta per le sue cinque stelle).

Guardate l’immagine qui abbinata e vedrete come la piccola politica si impossessa di una grande tragedia. La P2 è sostituita alla parola “Arbeit” usando in modo molto rudimentale le potenzialità di photoshop. Quando Grillo pubblicò questo suo intervento, ci furono reazioni sulla stampa italiana. Grillo non si è limitato a questo, ma si è affrettato a riscrivere ad uso di propaganda politica anche la poesia di Primo Levi Shemà, che apre Se questo è un uomo, il classico e magnifico libro dello scrittore torinese.

La ragione per cui mi occupo anche nel 2015 di questo fatto sta nella consapevolezza che le prossime giornate della memoria saranno all’insegna della morte degli ultimi testimoni, vittime dello sterminio nazifascista della II Guerra Mondiale.

Il blog di Grillo, in realtà, si inserisce in un contesto che diventerà ahimè assai più frequente nei prossimi anni. La rete sarà invasa da usi poco storici della Shoah. Negazionisti, fondamentalisti o comici italiani prestati alla politica diranno che la storia conta poco, è la rete a decidere tutto.

Io non accuso Grillo di negazionismo, ma i materiali storici della Shoah non sono a disposizione di un partito italiano, che è nato da poco tempo e forse, chi lo sa, sparirà tra pochi anni. La storia è un immenso sapere che richiede attenzione, studio approfondito, empatia verso le persone che hanno sofferto dietro quel cancello e che della P2 non se ne sono fregati affatto – scelgo un linguaggio più vicino a Beppe Grillo – nemmeno un giorno della loro non facile esistenza.

In una sua poesia dice Bertold Brecht “dalle nuove antenne arriva la vecchia stupidità”.

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