A loro vorrei dire un paio di cose, sorvolando sulla contraddizione in termini data dal fatto che l’hip hop conta moltissimi artisti ebrei, partendo dai Beastie Boys ed arrivando ad Action Bronson.
Se odi gli ebrei in quanto “razza”, cioè discendenti da un determinato ceppo etnico, sei un razzista nel senso più proprio della parola. In quanto tale, non ho piacere che tu ascolti la mia musica.
Se hai i miei dischi, riportameli indietro e ti restituirò i soldi. Non venire ai miei live. Se potessi ti restituirei anche la visualizzazione che mi hai dato su YouTube.
Se odi gli ebrei non in quanto “razza” ma in quanto “religione” – in effetti esistono persone di fede ebraica di ogni colore e discendenza – forse non sei razzista in senso così stretto, ma onestamente fatico molto a capirti. È vero che le religioni organizzate sono spesso state strumento di oppressione e controllo sociale, ma se così fosse dovresti, in prospettiva storica, odiare i cattolici prima di tutti. L’antisionismo è una cosa ben diversa dall’antisemitismo, e ci sono anche alcuni gruppi ebraici contrari all’occupazione della Palestina.
Ma forse mi sono spinto troppo in là con la riflessione, forse dici che odi gli ebrei e che Hitler ha fatto bene solo perché sei un povero scemo che ha voglia di farsi notare su un social network. In questo caso, vaffanculo. Messo proprio così, sul personale.
Ieri, mentre tu scrivevi che Hitler era una brava persona, mio nonno raccontava la sua storia ai ragazzi di un liceo. Nonno Francesco ha 91 anni ed è un ex internato militare italiano nei campi di prigionia tedeschi. Ne aveva 19 l’8 settembre del ’43, ed era un telemetrista della Regia Marina Militare. Quando, dopo l’armistizio, fu rastrellato dai nazisti e dai loro lacchè repubblichini, preferì essere deportato nei lager piuttosto che indossare l’infame e servile divisa di Salò. Non è una storia così eroica come quella dei partigiani, fu una scelta che fecero anche la maggior parte dei suoi commilitoni. Ma il tempo si è portato via quasi tutti gli altri e sono rimasti in pochi a poterla raccontare, quindi è importante.
Mentre scrivo sorrido e – senza consultare mio nonno – sono sicuro che il vaffanculo che ti mando sia anche da parte sua. E un’ultima cosa: ricordati di togliere il like dalla mia pagina.