A un giorno dall'inizio delle votazioni continua la girandola di nomi sui giornali. I papabili in testa restano sempre gli stessi. Ma nelle retrovie si preparano le sorprese
Il borsino per la successione di Giorgio Napolitano ruota attorno a tre nomi: Giuliano Amato, Pier Carlo Padoan e Sergio Mattarella. “Per ora – scrivono sul Corriere della Sera Maria Teresa Meli e Francesco Verderami – sono questi i nomi su cui si concentra la mediazione”. Una mediazione che certamente passerà dagli incontri del premier Matteo Renzi con Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi. Ma la mediazione sarà dura. Decisamente. Perché su questi tre nomi – Amato, Padoan e Mattarella – ci sono “altrettanti veti”. Ecco perché è “come se nella sfida mancasse ancora il vero quirinabile”. Come se il segretario del Pd tenesse ancora coperta la sorpresa che potrebbe sparigliare il grande gioco del Colle.
Del resto, il profilo dell’ex braccio destro di Craxi (Amato) non sarebbe gradito da Palazzo Chigi. La preoccupazione – riporta Goffredo De Marchis su Repubblica di oggi – è che Giuliano Amato stia “diventando il candidato di alcuni suoi avversari, più interni che esterni”. Di più: un candidato sponsorizzato dagli avversari, interni ed esterni, “potrebbe tessere una trama alle spalle del suo governo”. Dunque, scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, “due schemi stanno prendendo il sopravvento”. Sul primo “ci sono Mattarella e Padoan”. Sul secondo, invece, il premier mette in pista Piero Fassino e Graziano Delrio, “due dirigenti del Pd in carica”. Mentre Walter Veltroni, il padre nobile del Partito democratico, risulta essere “un nome con poche chance”.
Quotazioni La Stampa (Carlo Bertini e Ugo Magri). Il giornale di Torino dà quasi per certo che il giudice della Consulta Sergio Mattarella sia la prima scelta del capo dell’esecutivo: “Renzi gioca la carta Mattarella per uscire dal forcing su Amato”. Basterà? Al momento non è dato sapere. Di certo, al presidente del Consiglio piacerebbe anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, “senza bocciare definitivamente una donna nella persona di Anna Finocchiaro“. Anche se nelle ultime ore Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, tornati di comune accordo dopo lo strappo dell’enfant prodige sulla decadenza da senatore dell’inquilino di Arcore, “insistono per insediare sul Colle un moderato a scelta tra Amato e Casini”. Ma non finisce qui. Perché se la trattativa dovesse saltare il premier-segretario potrebbe essere tentato da “una renzata”. Ovvero? “Potrebbe estrarre dal cilindro personalità come Grasso, presidente del Senato, o il capogruppo Zanda”. O ancora: un personaggio capace di spiazzare l’opinione pubblica, tipo Raffaele Cantone.
Per il Giornale che ieri titolava sulla carta segreta Ugo De Siervo, non esiste uno straccio di accordo. Secondo Massimiliano Scafi, l’uscente Giorgio Napolitano starebbe facendo carte false per sponsorizzare Walter Veltroni. Del resto, l’ex segretario Pd è “abbastanza renziano, votabile dalla minoranza, potabile pure dal centrodestra: non fa parte del governo come altri candidati tipo Delrio, non è mai stato ferocemente antiberlusconiano, non è un tecnico. Altrimenti il quotidiano della famiglia Berlusconi punta sul sindaco di Torino, Piero Fassino, e su Anna Finocchiaro. Quest’ultima viene considerata “un ottimo candidato di mediazione tra le diverse esigenze. Una donna al Quirinale: per il rinnovatore Renzi sarebbe un successo d’immagine”. Ad ogni modo non fuoriesce dai radar “quirinalizi” Giuliano Amato: “il preferito di Napolitano, che piace a tutti quelli che contano, dall’America alla Ue, dal Vaticano ai grandi mandarini di Stato, ma non agli italiani”.
Infine il Sole24ore (Emilia Patta). Per il giornale di Confindustria, “i candidati di Renzi sono Sergio Mattarella e Pier Carlo Padoan”. Tuttavia il secondo “perde quotazioni alla luce della forte indicazione venuta ieri dai gruppi parlamentari in favore di un politico puro”. Infatti, non perdono consistenza i profili di Walter Veltroni e Piero Fassino. Anche se “in molti danno poi di nuovo in ascesa Anna Finocchiaro”. Ma, rivela Emilia Patta, “qualora le votazioni si dovessero incartare sui nomi politici” il premier farebbe ricorso alla carta del “tecnico dei tecnici”. Chi, allora? Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, o il “supplente” Pietro Grasso.
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