Li ha individuati il telescopio spaziale della Nasa: orbitano a 117 anni luce dal nostro pianeta intorno a una stella simile al sole. "Forse la Via Lattea ha già ospitato la vita"
Un altro successo per il cacciatore di pianeti Kepler. Il telescopio spaziale della Nasa ha scoperto cinque pianeti simili alla Terra, ma antichi quasi quanto l’universo. Orbitano a 117 anni luce dal nostro pianeta intorno a una stella simile al sole, battezzata “Kepler-444”, ma con più del doppio della sua età, 11,2 miliardi di anni (sul canale YouTube della rivista New Scientist un’animazione della University of Birmingham).
La scoperta del nuovo sistema planetario, in corso di pubblicazione sulla rivista The Astrophysical Journal, potrebbe dimostrare che la vita nell’universo non solo non è prerogativa della Terra, ma potrebbe essere più antica di quanto ipotizzato finora dagli astrobiologi. Quando la Terra si è formata, infatti, circa 4 miliardi e mezzo di anni fa, i pianeti di questo antico Sistema solare erano già più vecchi di quanto non lo sia il nostro oggi. “Adesso sappiamo che i pianeti di dimensioni simili alla Terra si sono formati durante l’intera storia dell’universo, 13,8 miliardi di anni – spiega Tiago Campante, della School of physics and astronomy dell’University of Birmingham, primo autore dello studio -. Non sono pochi per escludere che la nostra galassia abbia già ospitato altre forme di vita nel suo passato”.
Tornato da poche settimane in funzione, dopo un guasto al suo sistema di orientamento che nel maggio 2013 lo aveva costretto a uno stop forzato, pochi giorni fa Kepler aveva tagliato un altro importante traguardo, quello dei mille esopianeti scoperti, due dei quali si trovano nella cosiddetta fascia di abitabilità. Una regione dello spazio, spiegano gli astronomi, in cui la distanza dalla stella madre è tale da consentire la presenza di acqua in forma liquida sulla superficie del pianeta. E, quindi, in teoria, anche di primitive forme di vita.
L’osservazione dei nuovi mondi alieni è avvenuta anche in questo caso in modo indiretto. I sofisticati occhi di Kepler, infatti, sono in grado di dedurne l’esistenza attraverso una diminuzione della luce proveniente dalle stelle, in seguito al transito dei pianeti davanti al loro disco, che provoca piccole eclissi (qui un’animazione della Nasa). Il sistema planetario della stella Kepler-444 è il più antico, tra quelli scoperti finora, a presentare somiglianze con il sistema solare.
“Solo l’1% dei sistemi extrasolari individuati dal telescopio spaziale della Nasa ha caratteristiche simili a quelle di Kepler-444″, sottolinea Alessandro Sozzetti, dell’Inaf-Osservatorio astrofisico di Torino, tra gli autori della nuova ricerca. “La scoperta di pianeti extrasolari in orbita attorno a stelle come la nostra – conclude Bill Chaplin, dell’University of Birmingham, anch’egli coinvolto nello studio – ci spinge a continuare la ricerca di pianeti simili alla Terra nel vicinato del nostro sistema solare”.