La giunta comunale di Pescara, guidata da Marco Alessandrini, dovrà scucire 47.187 euro per porre fine a un annoso contenzioso risalente a due legislature fa. Tutto nasce nel 2008, quando sindaco della città adriatica era ancora Luciano D’Alfonso, attuale governatore dell’Abruzzo. Ma il conto va pagato ora, con le casse di Palazzo di città vuote e il comune in dissesto controllato. D’Alfonso fece progettare e stampare duemila volumi patinati, ricchi di fotografie e commenti di architetti e urbanisti, incentrati sul racconto delle opere pubbliche messe in piedi durante il suo quinquennio di governo. Titolo del libro, costato 50 euro a copia, Pescara è una città in trasformazione. L’opera doveva essere distribuita ad aziende, privati e soprattutto a enti pubblici e istituzionali, non soltanto nazionali. Ma di molte copie s’è persa ogni traccia: secondo alcuni giacciono nei magazzini.

I duemila volumi furono realizzati e consegnati e la società editrice presentò il conto: 100mila euro. Il Comune di Pescara, però, non pagò. Luciano D’Alfonso venne arrestato, nel dicembre del 2008 (per tutt’altre vicende). Si tornò al voto, e nemmeno la nuova giunta di centrodestra saldò l’onerosa fattura, nonostante il Comune fosse stato nel frattempo chiamato in giudizio per il rispetto del contratto. Anzi, l’ufficio legale comunale sollecitò un rigetto totale della richiesta. Poi le due parti in causa giunsero a un accordo, a una transazione: la società editrice si sarebbe accontentata del versamento di meno della metà dell’accordo iniziale, “asciugato” del rimborso Iva; e quindi 47.187 euro invece di 100mila. Ma tutto rimase ancora sulla carta. I duemila esemplari di “Pescara città in trasformazione”, fortemente voluti dall’allora primo cittadino, non furono rimborsati neanche questa volta.

Ora la patata bollente è passata al nuovo sindaco di Pescara Marco Alessandrini, del Pd come D’Alfonso. Interpellato da ilfattoquotidiano.it, Alessandrini afferma: “In questo momento e a causa della situazione in cui si trovano le finanze comunali, stiamo svolgendo una ricognizione sui debiti fuori bilancio dell’Ente: debiti che trattandosi di situazioni cristallizzate, vanno saldati. La vicenda dei libri è frutto di una transazione in virtù della quale l’importo è pari alla metà del richiesto. Libri che il Comune ha utilizzato come presenti istituzionali, regali di rappresentanza”. Pur sempre una bella somma per un Comune come quello di Pescara che ha alzato al massimo tutte le aliquote fiscali e ha intrapreso il percorso a ostacoli del dissesto controllato, “a causa dell’insostenibile stato economico-finanziario” in cui versa. “In merito alla procedura dei debiti fuori bilancio, seguiranno quanto dettato dalla legge – aggiunge il sindaco al Fatto.it. -, ovvero che vengano riconosciuti con deliberazione del Consiglio comunale. Ed è quella la strada che seguiremo per definire anche questa situazione”. L’opposizione locale, da Forza Italia ai 5 Stelle, è sul piede di guerra: “Chi ha ricevuto quei libri per promuovere la città? E perché sono stati promossi senza ordine scritto? A cosa sono serviti? Tanto a pagare sono sempre i cittadini…”. Intanto nell’infuocato Consiglio comunale di lunedì scorso è stato votato il rinvio della delibera di pagamento. Coi voti anche del Pd. Il rischio, adesso, è di dover risarcire una somma ancora più alta.

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