Alessandro Farina a 47 anni si è reinventato in Carinzia. Ha due figli ("per loro lo Stato dà un sussidio, a prescindere dal reddito) e ora è appagato dalla sua professione. "A Roma ero frustrato dalla burocrazia". E il suo hobby è diventato fonte di reddito
Non ne poteva più dei giorni precari, di un lavoro sottopagato, di non avere prospettive. Alessandro Farina a 47 anni si è ricordato di aver il diritto di una vita felice. Così un anno fa ha lasciato Roma per sempre e si è trasferito in Carinzia, regione austriaca vicina al confine italiano. “Qui ho la possibilità di fare progetti e sognare in grande”.
Architetto da 16 anni, ha spremuto fino in fondo la sua pazienza. “Gare al ribasso, una burocrazia asfissiante, avanti e indietro dagli uffici comunali, a questo si era ridotta la mia professione. Ero arrivato a guadagnare 800 euro al mese, i clienti mi pagavano in ritardo, la metà se ne andava in tasse. Eppure di lavoro ce ne sarebbe”. Ricorda quello che gli toccava: “Le ristrutturazioni al massimo. A Roma non c’è più niente da costruire, quasi tutti i palazzi sono sotto il vincolo della soprintendenza. Per risparmiare si arreda casa con il fai da te e se serve buttare giù una parete, allargare la camera da letto o la cucina, ci sono le offerte su Groupon, o qualcun altro disposto a fare un lavoro da 1500 euro a prezzi stracciati, anche 300 euro”. Da quando è stato abolito il tariffario, le entrate sono calate. “C’è una concorrenza sleale. Poi la gente fa a meno di te. Per esempio, dovevo chiedere una parcella più alta per progettare un bagno perché servivano una serie di nullaosta. La proprietaria non se l’è sentita e ha rinunciato ai lavori”.
Hermagor, otto mila abitanti circa, tra le città di Villach e Lienz, vicino al lago di Weissensee, che d’inverno si congela e si trasforma in una pista di pattinaggio. Galeotto fu l’amore per una ragazza del posto, oggi la moglie di Alessandro e madre dei loro due bambini, uno di due anni, l’altro appena nato. “Dovevamo decidere se fare famiglia in Italia o in Austria. Abbiamo fatto due conti, ed era meglio qui. Tutto è diverso, lavoro, famiglia, stile di vita”.
Alessandro riceve dallo Stato un sussidio economico per i figli. “Lo danno a tutti a prescindere dal reddito”. Per pagare la sua nuova casa, oltre cento metri quadrati, con garage e un pezzo di terra di fianco, ha aperto un mutuo in banca “senza difficoltà”, dice. In tutta la valle sono in due a fare gli architetti. “La gente qui non tratta il prezzo, si fida del tuo lavoro, se sei stimato fai strada. E poi c’è un sistema più veloce. Niente autorizzazione per interventi interni. Regolamenti edilizi di sei pagine contro le 300 di quello italiano. La regione mette a disposizione dei consulenti che ti aiutano a interpretare la normativa, in Italia dovevo arrangiarmi e perdevo tantissimo tempo”.
In Austria Alessandro ha riscoperto la qualità della vita. “Meno stress emotivo, un sistema meno umiliante. C’è rispetto per la professionalità, la vita è meno cara, raccolta differenziata ovunque con sistema di voucher, più consumi, più paghi”. Le tasse? “Se guadagni meno di 15mila euro l’anno sei esente, e i ricchi devo versare molto di più”.
A marzo ha concluso il suo primo progetto: un campo di bocce d’estate che d’inverno si trasforma in un campo di curling. E a luglio lo ha inaugurato. Ora ha in ballo una grossa trattativa. Se va in porto, conta di aprire uno studio a Willach – “per adesso lavoro da casa” – e di lasciare quello di Udine, a un’ora e mezza da dove vive, un punto di partenza per la sua attività appena si è trasferito in Austria. “Lo condivido con altri colleghi. All’inizio non sapevo il tedesco, così mi sono appoggiato a un team italiano. In Friuli almeno si lavora ancora, di commissioni ce ne sono sempre”. Nel tempo libero segue dei corsi di lingua tedesca gratis, finanziati dalla regione. Una volta al mese torna a Roma, dove ha ancora qualche cliente.
La musica è più di un hobby e da quando è partito è diventata un secondo lavoro. “Suono la chitarra e canto nei locali, guadagno quattro volte di più di quello che prendevo in Italia, cioè 100 euro l’ora contro i 50 per l’intera serata. Quindi porto a casa tra i 250 e 300 euro a botta”. Difetti? “Gli austriaci sono chiusi, non si baciano in pubblico, vanno a dormire presto e non puoi neanche invitarli a cena. Amo la neve – conclude – ma mi manca organizzare feste con gli amici“.