Il provvdimento contro il 70enne campano, residente nella città veneta, originato dalla sproporzione fra redditi dichiarati e giro d'affari. Sigilli anche a 350 unità immobiliari. Interessate 12 province dal Nord al Sud
Beni per 130 milioni di euro sono stati sequestrati in otto regioni dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Padova, coordinati dalla Dda di Venezia, a un uomo di origine salernitana considerato in contatto con un clan della camorra, sospettato di riciclaggio. I sigilli sono stati messi a 350 unità immobiliari, 15 terreni, 52 società per un capitale sociale complessivo di 1,5 milioni di euro, 224 tra conti bancari e cassette di sicurezza, 52 tra auto di grossa cilindrata e altri veicoli. I sequestri sono avvenuti applicando un provvedimento di urgenza per le incongruenze emerse relativamente alla dichiarazione dei redditi del 70enne, residente a Padova e già noto alle forze dell’ordine, pari a 10mila euro annuo come dipendente, a fronte di volumi d’affari per 130 milioni di euro. L’uomo al momento non risulta indagato.
L’operazione ha visto impegnati circa 400 carabinieri, che stanno operando, con il supporto dei comandi provinciali interessati, nelle province di Padova, Vicenza, Treviso, Belluno, Ferrara, Bologna, Siena, Roma, Napoli, Salerno, Taranto, Matera, Cosenza e Varese. Il titolare di questo ingente patrimonio, spiegano i carabinieri, è originario di Nocera Inferiore (Salerno) e ha in carico “variegati e significativi precedenti penali e di polizia anche in relazione ad organizzazioni criminali qualificate in ragione delle sue continue e anche fotograficamente documentate frequentazioni”. L’uomo, secondo gli investigatori, attribuiva fittiziamente la titolarità delle quote di società, beni mobili ed immobili a terzi, ora coindagati per concorso nel medesimo reato.