La banca partecipata dai 28 Paesi Ue darà al Tesoro un finanziamento da 950 milioni che verranno girati a Rete ferroviaria italiana, la controllata delle Ferrovie dello Stato con in pancia i binari, per ammodernare le tratte regionali e locali. Intanto Rfi si appresta a cedere i suoi 14mila chilometri di linee ad alta e media tensione a un'altra partecipata pubblica, Terna
Mentre l’iter per la privatizzazione va per le lunghe le Ferrovie dello Stato, che si preparano a cedere i suoi 14mila chilometri di rete elettrica a Terna, battono cassa dalla Banca europea per gli investimenti. Attraverso il tramite dell’azionista ministero dell’Economia. La Bei, di cui sono soci tutti gli Stati Ue con quote variabili in base al peso della loro economia sul Pil del continente, ha infatti firmato con il Tesoro un accordo che prevede la concessione di un prestito di quasi un miliardo di euro (esattamente 950 milioni) da destinare all’ammodernamento delle linee ferroviarie convenzionali e delle tratte regionali e locali gestite dal gruppo guidato da Michele Mario Elia attraverso la partecipata Rete ferroviaria italiana. Un’intesa, sottolinea il comunicato di via XX Settembre, che permette alla Penisola di “avvantaggiarsi delle condizioni favorevoli dei prestiti Bei” e “ciò permetterà quindi al Tesoro, destinatario del finanziamento, un risparmio nella spesa per interessi“. Il Tesoro, a sua volta, girerà le risorse al piano di investimenti di Rfi che “si impegna a realizzare interventi di ammodernamento, adeguamento e manutenzione di tutta la rete convenzionale delle ferrovie italiane”.
Secondo il ministro Pier Carlo Padoan, l’operazione rientra nella strategia di rilancio degli investimenti del governo “per favorire la crescita economica e la creazione di posti di lavoro” e ora l’esecutivo intende lavorare perché la Bei finanzi altri progetti “partendo da quelli già individuati dalla task force nazionale e trasmessi alle istituzioni europee” nell’ambito del piano del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Elia ha detto che “queste nuove risorse finanziarie permetteranno di accelerare l’avvio dei cantieri e di sbloccare alcune importanti opere già progettate”. Nel frattempo procede a rilento la messa a punto della quotazione in Borsa di una “fetta” di Fs, che negli auspici avrebbe dovuto essere un capitolo importante del piano di privatizzazioni da cui il governo di Matteo Renzi conta di ricavare ogni anno almeno lo 0,7% del Pil. Dopo che Elia, lo scorso dicembre, aveva spostato l’orizzonte temporale al 2016, nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha anticipato che “si terrà la prossima settimana” un vertice per decidere l’advisor che seguirà l’offerta al pubblico dei titoli del gruppo.