Secondo Silvano Maggioni, dirigente dell'azienda regionale che gestisce una parte del patrimonio pubblico di case popolari, le aree individuate sono quelle dove sono più attivi i comitati e dove nei mesi scorsi si sono registrati scontri. De Corato (FdI): "Ci sono zone franche gestite dai centri sociali". Ma il Comune smentisce
Evitare di intervenire con gli sgomberi programmati in alcuni quartieri di Milano. Sarebbe l’indicazione arrivata dal Prefetto Francesco Paolo Tronca, secondo quanto riferisce Silvano Maggioni, dirigente direzione socialità di Aler, l’azienda regionale che gestisce una parte del patrimonio pubblico di case popolari. Le aree individuate, ha spiegato, sarebbero quelle più ‘calde’, dove sono presenti i comitati più attivi nella lotta per la casa e dove tra ottobre e novembre sono scoppiati disordini: Lorenteggio, Corvetto-Mazzini, Giambellino, Ticinese e San Siro.
“Ci è stato chiesto dal prefetto di soprassedere da effettuare sgomberi in alcune zone dove si erano verificati incidenti”, ha spiegato il dirigente dell’azienda di viale Romagna, ascoltato oggi dalla commissione consiliare Casa del Comune di Milano. Una direttiva “temporanea”, ha specificato, che riguarderebbe solo gli interventi programmati (e non quelli in flagranza) e che sarebbe stata presa subito dopo gli incidenti di metà novembre al quartiere Corvetto, seguiti allo sgombero di due centri sociali anarchici.
“Ci sono vere e proprie zone franche in città – ha protestato il consigliere comunale d’opposizione Riccardo De Corato (FdI) – e sono quelle dove ci sono i centri sociali e dove gli antagonisti scatenano incidenti”.
Dall’assessorato alla Casa del Comune arriva però una smentita: nessuna direttiva dal prefetto, se non l’indicazione ad alleggerire la tensione ai quartieri Corvetto e Giambellino nel periodo subito successivo agli scontri, tanto che – segnalano da Palazzo Marino – 20 giorni fa circa c’è stato uno sgombero programmato in un caseggiato popolare del Comune al Corvetto.