Si è appena concluso il Festival Internazionale sculture di neve San Candido e a San Vigilio, ma le opere "surgelate" sono ancora in esposizione, mentre il lago di Saint Moritz ospiterà il Cartier Trophy
Finalmente arriva il sotto zero (nel senso di temperature) e Moncler gongola. Lo scandalo della spiumata selvaggia è bello e dimenticato. E gli Ice Artist, scalpello in mano, sentendosi un po’ il “Michelangelo” del ghiaccio, si mettono al lavoro.
Si è appena concluso il Festival Internazionale sculture di neve San Candido e a San Vigilio, ma le opere “surgelate” sono rimaste lì. E da Cortina, dove mi dicono che l’effetto valanga dei blitz della Guardia di Finanza di un paio d’anni fa li abbia rintanati tutti a casa, si scende a valle per uno struscio “glacè”. In fondo l’eccesso di botox delle sciure, imbacuccate come orsi polari, gli da’ quell’effetto ibernato che non stona con il contesto.
Tutto azienda, famiglia (sei figli da due marriage) e muscoli da tenere ben allenati. Così Guido Barilla si prepara alla Dobbiaco-Cortina, una maratona di 30 chilometri di sci di fondo. Mentre l’irresistibile scapolo Matteo Marzotto si spericola in mountain bike.
Che aria c’è a Gstaad, dopo il cambio a sorpresa 1 franco uguale a 1 euro? Tira una corrente di “straccionite miliardaria”. E Lorenz Bach, imprenditore del fashion, aguzza l’ingegno: vecchissimi sci al posto degli scalini, sedute con balle di fieno e come privè prende una vecchia telecabina, pitturandola giallo “Veuve clicquot”: ed ecco il fiammante T-Bar. Mentre Nicole Jonay, “guressa” di bellezza, si regala un party no stop per il suo compleanno. Location: “Sixteen”, una baita ad alta quota con dj che dalla terrazza innevata sparano musica su tutta la vallata. Camoscio di ghiaccio incluso e icebar per servire shoot di vodka ghiacciata.
Il freddo polare arriva appena in tempo e il tradizionale appuntamento con il torneo di polo sul ghiaccio è salvo (e meno male c’era chi non ci dormiva la notte) e il lago di Saint Moritz può ospitare questo fine settimana il Cartier Trophy. Ingresso libero per i comuni mortali, diciamo in curva B. O tutt’al più si appollaiano sui cingoli dei gatti delle nevi. Ai vip il confort di tende riscaldate: tribuna d’onore per zibellini e bollicine. Linci e caviale Beluga. Ostriche e colbacchi. Visoni e tartufoni.
Si cambia latitudine e si va ad Harbin, al centro della smisurata pianura della Manciuria (Cina Nordorientale). È iniziato il Festival del ghiaccio con gigantesche e spettacolari sculture fatte di neve, luci ed effetti speciali. Si cammina tra igloo, statue, fluoriscenti corridoi e palazzi di ghiaccio illuminati a lanterne di ghiaccio cristalizzate. Il tutto a una temperatura che sfiora i – 20 / -30 gradi.
Twitter @januariapiromal