Faccia a faccia di 4 ore tra i rappresentanti sindacali, accusati di essere i registi occulti della defezione di massa degli agenti municipali la notte di Capodanno, e il sindaco di Roma che tenta di placare gli animi “nell'interesse del servizio alla nostra città"
Vuole “voltare pagina” Ignazio Marino. Dopo l’incontro durato quattro ore con i sindacati, accusati di essere i registi occulti della defezione di massa degli agenti municipali la notte di Capodanno, il sindaco di Roma tenta di placare gli animi “nell’interesse del servizio alla nostra città”, percorrendo la strada del dialogo con i rappresentanti sindacali.
Mette sul tavolo una serie di interventi: dal tour sul territorio per ascoltare personalmente le richieste degli agenti municipali, all’introduzione nel salario accessorio della clausola che destina una parte degli incassi provenienti dalle multe nella prevenzione dei rischi di salute di chi lavora per strada, fino al riconoscimento dell’equo indennizzo in caso d’infortunio. E se da una parte cerca smorzare i toni con i sindacati, dall’altra ribadisce la sua “massima fiducia” nei confronti del comandante generale della polizia municipale, Raffaele Clememte, che ha condotto insieme con il suo vice Raffella Modafferi, l’indagine sulle assenze di Capodanno, dietro le quali si cela, secondo la relazione, una protesta organizzata grazie alla regia occulta dei sindacati. “Rimangono certamente inalterate – dice Marino – le azioni degli organismi d’indagine sulle vicende del 31 dicembre”.
Ricordiamo che 38 agenti municipali su 767 rischiano un procedimento disciplinare, di cui 31 il licenziamento. “Trentuno medici – si legge nella relazione – hanno rilasciato altrettanti certificati a giustificazione delle assenze dei dipendenti, sulla cui legittimità si avanzano dubbi. Infatti, i sanitari hanno, fra l’altro, dato la prognosi comprendendo il giorno antecedente, in alcuni casi anche due, a quello della reale visita medica presso l’ambulatorio. In un caso la visita medica è avvenuta in un albergo”.
La documentazione del comandante generale, presenza silenziosa della riunione, è stata consegnata al procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e confluirà con l’esposto già depositato dal Codacons. Dunque, Clemente chiede alla Procura di approfondire, cercare le prove, concentrarsi sui sindacati, che avrebbero architettato la protesta senza mai comparire.
Le tracce? Secondo il capo dei vigili urbani starebbero nelle comunicazioni di quei giorni: sms, Facebook, Twitter, forum dei caschi bianchi e dei sindacati. Oltre alla procura, anche l’autorità garante degli scioperi sta indagando e ha convocato per il prossimo 2 febbraio i rappresentanti di sei sigle sindacali (Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fp, Csa – Ospol, Diccap e Sulpl) che saranno ascoltati dalla commissione di garanzia.
I sindacati dopo il faccia a faccia con il Comune non si sentono risarciti della gogna mediatica di cui sono oggetto da ormai un mese. Per Giancarlo Cosentino della Cisl: “Aspettiamo che Marino passi dalle parole ai fatti e che detti concretamente la linea politica al Comando generale del Corpo”. Per niente soddisfatto è Francesco Croce della Uil: “Se le premesse dell’incontro potevano essere buone, le conclusioni sono state pessime. Il sindaco sembra un equilibrista mancato: dice di voler distendere i toni ma non prende una posizione contro la linea autoritaria del comando generale, vero regista occulto della riunione”. Le tensioni sono tutt’altro che spente e il prossimo banco di prova sarà lo sciopero nazionale dei caschi bianchi confermato per il 12 febbraio.