Durante le interminabili votazioni, la noia è tanta. Il leader del Centro democratico si distrae con il computer. I grandi elettori fanno la fila per un selfie con il senatore a vita. I consiglieri parlamentari si infuriano per un divieto
TABACCI GIOCA AL TENNIS Durante le interminabili votazioni in Aula la noia è tanta. E chi non va in Transatlantico a passeggiare o alla Buvette a sorseggiare una bibita resta nell’Emiciclo, preferibilmente ad armeggiare con il proprio Pc. Ma quello che si dà veramente al divertissement è Bruno Tabacci: l’esponente di Centro democratico non trova di meglio da fare che guardare sull’Ipad una partita di tennis. Non distogliendo la sua attenzione neanche quando parte lo spoglio e la suspense sarebbe giustificata.
TREMONTI MESTO Aveva saltato la prima votazione, ma venerdì mattina Giulio Tremonti si presenta a votare a Montecitorio, dove non lo si vedeva da un pezzo. Indossa la cravatta a righe dell’Aspen Institute di cui è il presidente ed ha una chioma ribelle: un ciuffo nella parte posteriore non vuol proprio saperne di starsene al suo posto. Ed è un Tremonti mesto, quello che solca il Transatlantico per qualche minuto dopo aver votato, senza il solito stuolo di cronisti che lo tampinava quando era ministro dell’Economia nel governo Berlusconi. Mesto non solo per le noie giudiziarie che lo affliggono, ma anche perchè, dicono un paio di deputati del Nuovo centro destra, per la prima volta da quando al Quirinale andò Carlo Azeglio Ciampi, il prossimo presidente della Repubblica potrebbe non essere socio dell’Aspen Institute, come invece sono Giorgio Napolitano e suo figlio Giulio.
AMBULATORIO NAPOLITANO A proposito dell’ex presidente della Repubblica, nell’Aula di Montecitorio, ma anche fuori, Giorgio Napolitano firma autografi come una star. Dopo aver votato in tutte e tre le votazioni di giovedì e venerdì (con una finezza: all’ultima non vota prima come è concesso ai senatori a vita, ma aspettando il suo turno nell’ordine alfabetico come gli altri senatori) viene assalito dai colleghi parlamentari che gli chiedono di fare con lui selfie. Ma il presidente emerito, ligio alle regole ricordate dalla presidente Laura Boldrini, secondo cui non si può fotografare nell’Emiciclo, cortesemente rifiuta. Ma quando una deputata gli si avvicina e gli chiede di autografare un suo scritto per un’ammiratrice, non si tira indietro. “Le foto no, son proibite. Ma gli autografi con piacere!”, dice con civetteria. E si appoggia al banco degli stenografi per firmare il foglio con dedica. Per lo stupore dei funzionari, che non si aspettavano cotanto ospite. E Napolitano passa parecchio tempo a fare “ambulatorio“: il senatore a vita “riceve” decine di parlamentari e membri del governo.
TRANSATLANTICO VIETATO L’elezione del presidente della Repubblica segna regolarmente un assalto di giornalisti, ex parlamentari ma anche semplici curiosi che disponendo dell’accesso a Montecitorio vogliono vivere in diretta e personalmente un appuntamento tanto importante per la vita repubblicana. Ma gli spazi quelli sono, e alla Camera si cerca di limitare al massimo l’accesso al Transatlantico, che nelle giornate delle votazioni è più che mai il cuore pulsante della politica italiana e dove si riversano 1.009 grandi elettori e centinaia di altre persone. Ma una limitazione in particolare ha destato non poca irritazione tra i consiglieri parlamentari, ovvero i dirigenti dell’amministrazione di Montecitorio: con una circolare del segretario generale, per la prima volta l’accesso al Transatlantico è stato inibito anche ad alcuni di loro non direttamente interessati dai lavori d’aula.