“If you are responsible for 85 years of poisoning the earth,
you are responsible for cleaning it up”
Procuratore Preet Bharara, nell’assegnare la più grande multa ambientale nella storia americana.
Il giorno 23 Gennaio 2015 è stato un giorno storico per chiunque combatta l’inquinamento ambientale. La ditta Andarko Petroleum – che fra l’altro possiede anche il 25% della concessione Macondo, nel golfo del Messico ha pagato 5,15 miliardi di dollari per il ripristino ambientale di vari siti contaminati negli Usa. E’ la più grande cifra mai pagata nella storia.
Inziamo dall’inzio. La Kerr-Mc Gee era una ditta chimica e petrolifera che assieme alle sue sussidiarie si occupava di petrolchimici, rifiuti, trivelle, razzi, uranio, e miniere di vario genere. La stampa riporta casi di inquinamento a suo carico già dal 1928 che sono aumentati nel corso degli anni. A un certo punto la ditta decise di impacchettare tutti i casi “problematici” di inquinamento in una sorta di “bad company” senza soldi, chiamata Tronox. Separata dalla Tronox, la “new” Kerr-Mc Gee era una splendente ditta di oil and gas.
Nel 2006, la Kerr-Mc Gee – con tutta la Tronox – viene acquistata dalla Andarko Petroleum e dopo tre anni, nel 2009 la Tronox dichiara fallimento perché – squattrinata com’è – è impossibilitata al costosissimo ripristino ambientale a suo carico. Parte una causa: il governo afferma che la Kerr-McGee ha usato il fallimento come stratagemma per evitare le responsabilità penali ed economiche delle bonifiche a suo carico, per passarle alle comunità locali e ai programmi federali per i cosiddetti “Superfund” sites, i siti inquinati di interesse nazionale.
Dopo anni di battaglie, finalmente il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha concluso che la Tronox, di proprietà della Anadarko Petroleum dal 2006, è responsabile dell’inquinamento di più di 2,700 siti sparsi in 47 stati e che ha causato almeno 8,000 casi di cancro durante 85 anni di inquinamento.
Multa di 5.15 miliardi di dollari.
Non c’è stata prescrizione, i giudici non hanno avuto pietà per nessuno, e qualsiasi scusante la Andarko potesse inventarsi – non erano nostre a suo tempo ne la Kerr-Mc Gee, ne la Tronox , non lo sapevamo, è passato troppo tempo, avevamo logica di impresa e non di ambiente – è tutto andato in fumo ed alla fine hanno pagato fino all’ultimo centesimo. Lex dura lex, sed lex e non ammette ignoranza.
Perché racconto tutto questo ? Perché con tutti i distinguo, questa storia mi ha fatto pensare al disastro ambientale della discarica di Bussi, in provincia di Pescara, dove a dicembre 2014, tutti i vertici della Montedison sono stati assolti dall’accusa di avvelenamento delle acque, mentre per quella di disastro doloso – poi declassato in colposo – si è passati alla prescrizione.
Le cose che leggo sono strabilianti: l’avvocato difensore del responsabile della protezione e sicurezza ambientale di Bussi, Riccardo Villata, dice che è tutto legittimo perché fra il 1963 ed il 1971 non c’erano norme di tutela ambientale. Secondo l’ex ministro Paola Severino, anche lei difensore di altri imputati, il reato contestato ai dirigenti Montedison è inesistente perché si lavorava in una “logica d’impresa” e quindi gli imputati non sapevano dei pericoli ambientali, sebbene la pubblica accusa aveva argomentato del consapevole avvelenamento dell’acqua per risparmiare. La Severino dice che si poteva dare colpa ai dirigenti Montedison solo se fra gli imputati c’era la strega cattiva a porgere la mela avvelenata a Biancaneve.
E così, fra scusanti e prescrizioni e mele di Biancaneve, nessuno pagherà e tutto passerà al dimenticatoio. Per anni ed anni 700mila persone nel pescarese hanno bevuto acqua inquinata e le falde sono tuttora contaminate, ma non è colpa di nessuno. Nessuno dirà alla Montedison “if you are responsible for 50 years of poisoning the earth, you are responsible for cleaning it up”.