Si è dato da fare per aiutare Matteo Renzi a convincere Angelino Alfano a sganciarsi – di nuovo – da Silvio Berlusconi, abbandonare l’indicazione della scheda bianca e convergere sul voto a Sergio Mattarella. Un incontro a Montecitorio, una telefonata con il ministro dell’Interno. Si è speso per definire più volte nel corso dei tre giorni di votazione figura di “lealtà istituzionale” e di “garanzia”. Infine ha seguito lo spoglio insieme al presidente del Consiglio, nella sala del governo della Camera. Ora promette consigli al suo successore. Giorgio Napolitano, presidente emerito e senatore a vita, ammette che farà uno strappo al protocollo dovuto alla situazione di capo di Stato dimissionario: “Sarò” al Quirinale “per il passaggio delle consegne. Avrò con Mattarella un colloquio riservato, durante il quale dovrò informare il nuovo capo dello Stato dei dossier più stretti che riguardano la presidenza: le riforme, le domande di grazia, il Csm” afferma in un colloquio con il Messaggero.
Alla domanda se intenda dare dei consigli al nuovo presidente, Napolitano fa sapere: “Ho letto che intende chiedermene e io glieli darò. Consigli su richiesta, gratis ovviamente, ma li darò”. Quindi spiega: “La prima nomina, la più importante, è quella del segretario generale, per la quale il presidente può decidere di confermare o di cambiare, ci sono precedenti in uno o nell’altro senso. In entrambi i casi, si deve passare da un decreto di nomina”. Su Mattarella afferma: “Sono molto contento della sua elezione”, sottolineando quindi “l’ampia convergenza registratasi, al di là delle aspettative”, “un salto di qualità della politica”. Riguardo ai giudizi che hanno evidenziato la mancanza di esperienza internazionale del nuovo presidente apparsi in questi giorni, Napolitano osserva: “Su questa materia uno o ha un patrimonio personale o se lo costruisce. E poi ci sono i consiglieri diplomatici”.