Le ragazze nordcoreane si dovranno tenere pronte per la naja. Una nuova direttiva prevede infatti che a partire da quest’anno il servizio militare sia obbligatorio per le ragazze tra i 17 e i 20 anni. La notizia arriva dai siti vicini alla comunità esule. Secondo quanto riporta il Daily NK le nuove regole sarebbero state diffuse già alla fine delle scorso anno e prevederebbero la coscrizione per le ragazze che hanno una licenza media o superiore. Come spesso accade con le notizie che arrivano da Nord del 38esimo parallelo, verificare l’informazione è complicato.
Già nei mesi scorsi erano tuttavia circolate indiscrezioni in tal senso, sulla possibilità che Pyongyang potesse estendere il servizio di leva, per favorire un ricambio tra le truppe e ovviare e carenze nel personale militare.
Secondo queste indiscrezioni, il regime è pronto a estendere la coscrizione per gli uomini oltre gli attuali 10 anni. Per le donne il periodo di naja dura invece sette anni. Tuttavia, aggiungono le fonti degli esuli, i tempi potrebbero essere anche più corti. Il limite temporale massimo per le soldatesse è il 23° anno di età. Quindi saranno le sole ragazze che entreranno nell’esercito a 17 anni a dover fare l’intero servizio, mentre per le ventenni durerà soltanto tre anni.
Solitamente ci sono due finestre di arruolamento l’anno. Una ad aprile e l’altra ad agosto. La prima è riservata ai diplomati tra i 17 e i 18 anni, la seconda ai lavoratori e ventenni. Inoltre per invogliare l’arruolamento sarebbe stata posticipata la pubblicazione delle liste per l’iscrizione delle ragazze alle università e alle scuole professionali, così da incoraggiare l’iscrizione soltanto di quelle che hanno già completato il servizio, fino ad oggi teoricamente volontario.
Alla radice delle decisione ci sarebbero il calo della natalità e la mortalità infantile causate dalla cosiddetta Dura marcia, ossia durante il periodo di carestia che ha messo in ginocchio il Paese nella seconda metà degli anni Novanta. Fedele ancora al motto “prima i militari“, il regime ha pertanto bisogno di alimentare le file dell’esercito che conta quasi 1,2 milioni di soldati, di cui circa un quinto donne. “Ho sentito che il partito punta a favorire l’estensione volontaria del servizio militare per uno o due anni”, raccontava in autunno l’esule Jang Se-yul.
La nuova direttiva non manca però di sollevare preoccupazioni. In particolare perché le donne rappresentano oggi uno dei “motori economici” del Paese. Sono infatti loro a guidare la trasformazione della Repubblica democratica popolare, con la coesistenza tra mercati tollerati ed economia ufficiale di fatto improduttiva. Sono pertanto le donne a provvedere alla famiglia impegnandosi in tutta una serie di business.
Come spesso sempre più enfatizzato dalla stampa internazionale, si tratta soprattutto di giovani che a mala pena hanno conosciuto il sistema centralizzato di distribuzione e che hanno così deciso di avviare delle proprie attività. Anche per questo sembra siano già stati segnalati casi di corruzione per tentare di evitare alle ragazze la chiamata sotto l’esercito. Professione che sembra, al contrario, perdere di importanza.
di Andrea Pira