Alessia Marcuzzi non convince e mal gestisce i due opinionisti in studio, Alfonso Signorini e Mara Venier. Per quanto riguarda il cast, prevedibilmente il protagonista assoluto è Rocco Siffredi, sempre pronto a piazzare la battuta pruriginosa e scontata. Uno show di bassa qualità, premiato dal pubblico: 5.534.000 i telespettatori della prima puntata
Buona la prima, anzi la seconda, per l’Isola dei Famosi: 5.534.000 telespettatori, share del 26.87%, vittoria a mani basse nel prime time televisivo.
Dopo la contestata sospensione della settimana scorsa, causata da una tempesta tropicale in Honduras, ieri sera Alessia Marcuzzi ha finalmente dato il via all’Isola targata Mediaset. Un parto difficile e travagliato, ma i dati Auditel raccontano di un neonato in buona salute. Dati d’ascolto a parte, che non dicono poi così tanto di un prodotto televisivo, l’esordio del reality honduregno ha offerto ai telespettatori tanti spunti di discussione, soprattutto sui social (basti pensare che alla fine della puntata, tutti e dieci i TT su Twitter riguardavano l’Isola).
Innanzitutto c’è da segnalare una certa inesperienza di Mediaset nel gestire i difficili collegamenti transoceanici, con un effetto finale confusionario che non aiuta la fruizione agevole di un prodotto già non facilmente digeribile. Alessia Marcuzzi ha semplicemente mutuato il suo stile di conduzione dal Grande Fratello e il risultato non è impeccabile. Sono reality diversi, con un approccio che giocoforza deve essere diverso. L’impronta che Simona Ventura ha dato all’Isola dei Famosi è difficile da cancellare. Piccolo inciso: proprio strano il caso Ventura. Contestata per anni, adesso molti la rimpiangono (sia a XFactor che all’Isola). Stranezze dell’incomprensibile show business italiano.
Alessia Marcuzzi, poi, ha dovuto domare i due ingombranti opinionisti Alfonso Signorini e Mara Venier, che troppo spesso hanno invaso il campo della conduttrice, a conferma di una delle regole fondamentali della televisione: mai scegliere opinionisti con la personalità più imponente di quella del conduttore, che inevitabilmente viene fagocitato.
Per quanto riguarda il cast, prevedibilmente il protagonista assoluto è Rocco Siffredi, sempre pronto a piazzare la battuta pruriginosa, il doppio senso su dimensioni, serpenti, durezza del carattere e via cantando. Peccato, però, che il giochino può strappare un sorriso la prima volta al massimo, poi diventa noioso, scontato e a tratti un po’ volgare. Se poi in studio trovi le comode sponde grossolane di Signorini e Venier, il gioco è fatto. Catherine Spaak, che già prima della partenza sembrava un alieno in quel gruppo di morti di fama, ha già abbandonato il campo. Non si è capito bene perché, e in fondo a chi importa, ma ha deciso di tornare a casa. Sopravvivremo.
A Pierluigi Diaco, invece, hanno fatto credere di essere l’intellettuale del gruppo. E lui, che già lo pensa da anni, è a suo agio come il limone tra le cozze e si lancia in pippotti di una banalità sconcertante sul valore del gruppo, sulla sincerità dei rapporti e via così, come un qualsiasi bigliettino accartocciato attorno a un Bacio Perugina. Il capolavoro, però, è stata la seguente frase: “Alessia, mi tuffo nel mare della televisione popolare!”. Fermi tutti: perché, fino a oggi Diaco cosa ha fatto? I documentari della Bbc con Sir David Attenborough o ha diretto il Dipartimento Scuola Educazione? Ma pazienza, il ragazzo ha un ego grande quanto il Sahara (e con la stessa quantità di forme di vita, peraltro) e toccherà sopportarlo fino a quando non verrà rimandato a casa imbavagliato, su un C-130 dell’Aeronautica militare.
Charlotte Caniggia, attesissima stellina argentina e soprattutto figlia del calciatore Claudio, si è subito preoccupata di mostrare la sua parte migliore e più interessante: un esagerato e strabordante seno frutto di ore di chirurgia estetica. Uno spettacolo raccapricciante. Molto più low profile, invece, Andrea Montovoli e Alex Belli, bellocci osannati sui social e che ricopriranno il ruolo sempiterno del Bronzo di Riace del reality. Ma il momento più incredibile dell’intera prima puntata dell’Isola dei Famosi è stato senza dubbio il lancio di Playa Desnuda, la vera novità di questa edizione. In pratica, un uomo e una donna sono costretti a stare nudi su un’isoletta, pena il ritorno a casa anticipato. Nudi sul serio, non per scherzo. E chissà quanto si sono sentiti trasgressivi e rivoluzionari gli autori quando hanno partorito cotanta rivoluzionaria idea. Ovviamente, però, non ci hanno mica mandato Rachida o Valerio Scanu, nossignore, ma i bonazzi di turno Cecilia Rodriguez (sì, la sorella di Belen) e Brice Martinet, subito pronti a restare nudi come vermi pur di non perdere l’occasione televisiva.
L’Isola dei Famosi non è certo un prodotto televisivo di qualità, ma questo lo sapevamo già. Ma visto che adesso va in onda su Canale5, sono caduti anche gli ultimi baluardi di buon gusto e misura che Mamma Rai garantiva. Scandalizzarsi sarebbe inutile e anche un po’ ipocrita. Mediaset ha scelto da tempo di sterzare ancora di più verso il nazionalpopolare “basso”. Scelta legittima, che noi al massimo possiamo criticare.
Il problema però è un altro (e qui Mediaset non ha colpe): l’Isola dei Famosi è stata sorpassata, annichilita e resa antiquata da Pechino Express, un reality di viaggio con un linguaggio nuovo, un racconto più coinvolgente e uno stile contemporaneo che i reality come l’Isola (o il Grande Fratello) non possono avere. Far tornare l’Isola dei Famosi in tv, se da un lato solletica e soddisfa i nostri istinti più pop-trash, dall’altro somiglia a un accanimento terapeutico. Era proprio il caso di riesumare un cadavere televisivo che non può più tornare in vita? Stando ai risultati dell’Auditel sembrerebbe di sì, almeno dal punto di vista meramente numerico. Qualitativamente no, evidentemente. Ma forse il giudizio dei critici e le paginate che dedichiamo alla frantumazione dei programmi tv nazionalpopolari, non servono davvero a nulla. Ha ragione il pubblico, come sempre. Ci piaccia o meno (e non ci piace).