Qui e Ora PalettiCon gli ottimi riscontri ottenuti dal disco d’esordio Ergo Sum, era prevedibile che il futuro per Paletti, nome d’arte del cantautore bresciano Pietro Paletti, sarebbe stato una strada luminosa e in discesa. E infatti, a due anni di distanza, Paletti è diventato “professionista”, essendo stato ingaggiato dalla Sugar, l’etichetta fondata da Caterina Caselli. Ha messo su famiglia (è diventato padre di Enea) e ha prodotto un nuovo bel disco, Qui e Ora: “L’ho scritto durante l’estate e ritrae tutti i cambiamenti che mi hanno riguardato in questi due anni – racconta –. A cominciare dal fatto che sono diventato padre, e poi il contratto con la Sugar e tante altre cose…Una delle intenzioni originarie era quella di fare un disco con il quale trovare un mio stile. Non mi è mai piaciuta l’idea di somigliare a qualcuno o qualcosa, soprattutto in musica, e al tempo di Dominus (il primo Ep di Paletti, ndr) c’erano stati diversi parallelismi. Quindi in questi due anni ho cercato di focalizzare la mia identità artistica e trovare un mio stile e un equilibrio”.

Composto da 10 brani, di genere electro-pop, sulla copertina è immortalata una clessidra che fluttua: da una parte il passato, dall’altra il futuro. Al centro c’è il qui e ora. “È un disco personale, inciderlo mi ha dato la possibilità di esorcizzare i problemi e le ansie. Scrivere aiuta a osservarsi da un altro punto di vista. Finisce spesso che qualcuno si riconosca in te e ciò ti fa sentire parte di qualcosa”.

Mentre nel disco precedente Cambiamento era il brano in cui Paletti riponeva maggiori speranze, una riflessione in musica con la quale lanciava un bel messaggio alla società, in fondo, il cambiamento è condizione inevitabile, la crescita personale, poi, come diceva qualcuno, è una scelta. E  in Qui e Ora è Barabba a far pensare: “È una canzone ispirata a un fatto di cronaca. Un 18enne rumeno muore in un incidente stradale coinvolgendo un’altra auto su cui viaggia una famiglia italiana. Muoiono due bimbi. Una assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo della Lombardia, scrive sulla propria pagina Facebook: ‘Non mi dispiace che il ragazzo rumeno ubriaco sia morto’. Sotto il suo post una marea di commenti favorevoli. Dalle analisi il ragazzo risulterà negativo a ogni test tossicologico”.

Avere te è una canzone che parla di “come ho conosciuto e mi sono innamorato di mia moglie”, in My Darling “parlo in maniera ironica del rapporto burrascoso uomo-donna. Il suono del silenzio invece descrive la necessità di assaporare dei momenti di totale relax acustico. Valeriana e Marijuana è il singolo che ha anticipato l’uscita del disco, molto Battiato versione Joe Patti’s Experimental Group, ed è forse quello che funziona di più a livello di sound. La la lah è un classico pezzo à la Paletti: irriverente, dal piglio quasi snob. Segue Certezza: “L’incertezza economica e sentimentale dei trentenni di oggi” è il punto su cui si focalizza l’attenzione. I miei pensieri invita a “cercare di emanciparsi dagli imprinting negativi che hanno condizionato il proprio carattere sin da piccolo”. Get me high parla di come certe esperienze servano per trovare fiducia in se stessi e chi fa da sé fa per tre. “Si incontrano spesso nella vita persone che ti promettono una cosa ma che in fondo ti stanno prendendo in giro. E così, Get me high”.

In definitiva, è il suo “disco della maturità”: Qui e ora prodotto e registrato al Funkhaus Studio di Berlino, è il frutto di un’interessante ricerca musicale, un disco che descrive la difficoltà di diventare adulti e di accettare il cambiamento ineluttabile del proprio corpo. Parla di come ci si può lasciare andare rompendo gli schemi di quello che la gente reputa sia giusto fare, e non mancano le critiche a questa società incoerente e frenetica. Con Paletti, il futuro della musica italiana è qui e ora.

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