Orlando Dello Russo e Bruno Di Febbo, 69enne il primo, 74 anni il secondo, sono la coppia gay più duratura d’Italia, e una stella polare per la comunità Lgbt. Stanno insieme da ben cinquant’anni, da quando si conobbero in Germania, a Francoforte, il 28 gennaio del 1965. Fiorai in pensione, profondamente credenti, un anno fa Orlando e Bruno hanno parzialmente coronato il loro sogno: si sono sposati, sì, ma dinanzi alla chiesa ecumenica, denominazione separata di quella cattolica che accetta i matrimoni tra omosessuali e il sacerdozio femminile. Qualche giorno fa hanno festeggiato mezzo secolo di vita insieme con una grande festa. Nel corso della serata avevano annunciato: “Domenica andremo al santuario di San Gabriele (il santo patrono dell’Abruzzo e della gioventù cattolica, ndr) per farci benedire come coppia, mentre ci scambiamo gli anelli”.
“Ci siamo andati, sì, al Santuario di San Gabriele di Isola del Gran Sasso – racconta a ilfattoquotidiano.it Orlando dello Russo – Prima abbiamo sentito la messa, poi ci siamo recati nella sala dove si benedicono gli oggetti. C’erano alcuni preti. A quel punto il mio compagno Bruno si è avvicinato, con le fedi in mano, e ha chiesto loro: “Sentite, ci benedite le fedi?”. Ma la reazione non è stata quella auspicata. “Ci hanno risposto: ‘No, non le benediciamo, benediciamo solo… la signora dov’è?’. Io sono girato. Mi sono vergognato. C’era tanta gente. Bruno allora ha detto: ‘La signora non c’è. È rimasta a letto'”. Orlando non se ne capacita ancora. Questa volta ci sperava davvero. “Erano cinquant’anni che aspettavamo – dice ancora – ma ci hanno trattato male, malissimo. È stato umiliante”.
“Le cose sono andate diversamente. È vero che i signori Orlando e Bruno si sono presentati in Chiesa, chiedendo che venissero benedette le loro fedi. Ma nessuno li ha irrisi o apostrofati in alcun modo”: è la versione fornita a ilfattoquotidiano.it dal Santuario di San Gabriele. E cosa è successo, allora? “Il sacerdote responsabile della sacrestia ha semplicemente chiesto a uno dei due ‘dove fosse la signora’ – aggiungono – Perché è chiaro che in una chiesa cattolica normalmente si benedicono le fedi di una coppia formata da un uomo e una donna. Consigliamo loro di recarsi di nuovo nella chiesa ecumenica dove si sono sposati, e farle benedire lì le loro fedi”.
Orlando e Bruno, però, non demordono. Sperano sempre di potersi unire in matrimonio con rito cattolico. Per fede, “e per una questione di diritti. Siamo persone serie e dopo quarant’anni di lavoro non ne possediamo nessuno. Ma ormai è un disastro – lamenta Orlando – Comunque ti muovi, ti colpiscono. Le cose sono molto peggiorate rispetto agli anni Sessanta-Settanta”. La Chiesa non intende consacrare la loro unione. “Se è per questo si rifiuta anche di consacrare la nostra abitazione. Sono trent’anni che viviamo in questa villetta a Pineto (Teramo) e siamo andati ripetute volte in chiesa a pregarli di benedirci la casa. Ma niente da fare. Non è mai venuta nessuna tonaca. Nemmeno a Pasqua o a Natale”.
Nel corso del tempo non sono mancate schermaglie col vescovo di Teramo-Atri, monsignor Michele Seccia. “Seccia ci conosce benissimo – aggiunge Orlando Dello Russo – Lui ce l’ha a morte con i gay”. Raggiunto telefonicamente, monsignor Seccia ha replicato: “Io non so che cosa dire a proposito, non so che cosa dire… Perché tutto questo deve avvenire attraverso la stampa, poi, non lo so… Io non ho avuto né contatti né altro, come li avete voi giornalisti in genere. A me non consta niente di tutto questo, quindi… Va bene? Arrivederci”. E ha attaccato il telefono.