Resta in carcere Michele Buoninconti. Il gip di Asti Giacomo Marson ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata nei giorni scorsi dai legali dell’uomo, accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere della moglie, Elena Ceste, e arrestato il 29 gennaio scorso.

Durante l’interrogatorio di garanzia l’uomo, indagato dall’ottobre scorso, aveva respinto l’accusa: “Elena non l’ho uccisa io, cercate il vero colpevole”. Nel carcere di Quarto d’Asti, aveva risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari che però non ha creduto al suo racconto.

Secondo gli inquirenti Elena Ceste morì “presumibilmente per asfissia“, mentre la vittima curava “l’igiene personale”. Poi la corsa del marito con quel cadavere nudo in auto, approfittando della nebbia, per gettarlo nel rio Mersa, il rigagnolo a poco più di un chilometro di distanza dove è stato ritrovato quasi per caso nove mesi dopo. Ancora poche settimane e la decomposizione avrebbe cancellato per sempre la possibilità di scoprire la verità sulla scomparsa di questa madre di quattro figli che era stata avvistata ovunque, da Torino a Tenerife, e che invece giaceva morta nel fango vicino casa.

I bambini stati affidati ai nonni materni come stabilito il Tribunale dei Minori di Torino, che ha anche disposto il divieto assoluto di vedere il padre. I giudici hanno anche nominato un giudice delegato a seguire la vicenda, Francesco Sirchia, e hanno dato mandato ai servizi sociali di monitorare la situazione familiare dei quattro minorenni.

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