I colpi di mortaio nell’est dell’Ucraina continuano a mietere vittime civili. Due proiettili si sono abbattuti nei pressi dell’ospedale numero 27 nel quartiere di Tekstlishchik, a Donetsk, principale roccaforte dei filorussi. Un cameraman di Reuters che è stato sul posto ha spiegato che non è stato colpito il nosocomio in sé, anche se le finestre della facciata sono state distrutte dai detriti dopo che un proiettile è arrivato a circa 10 metri davanti alla struttura. Il cameraman ha visto tre corpi, uno vicino all’ospedale e altri due sulla strada vicino ai palazzi circostanti. Sono stati sparati almeno due colpi, ha detto, uno dopo l’altro.
Secondo la Tass, che cita il ministero dell’autoproclamata repubblica locale, sono almeno 5 (e 4 feriti), mentre il ministero delle situazioni di emergenza della stessa repubblica, citato da Interfax, riferisce di almeno 15 morti. Le autorità locali sostengono che i bombardamenti hanno danneggiato anche sei scuole e cinque asili. Poco dopo, un edificio residenziale di 14 piani è stato colpito da un colpo di artiglieria nel quartiere di Solnechni, sempre nella città di Donetsk. Ci sono dei morti e almeno dieci feriti.
L’Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite ieri aveva lanciato un appello alle parti coinvolte nel conflitto denunciando la possibilità di un catastrofe per i civili, già pesantemente coinvolti. A ieri, 5.358 persone sono morte e 12.235 ferite nella guerra in Ucraina dalla metà di aprile.
L’Alto Rappresentante alla Politica estera Ue, Federica Mogherini, ha chiesto a tutte le parti in conflitto “una tregua immediata della durata minima di tre giorni” per poter evacuare i civili attorno alla zona di Debaltseve. “E’ necessario fermare – osserva Mogherini in una nota – la spirale crescente di violenza in Ucraina orientale. I combattimenti provocati dalla continua offensiva separatista, in particolare intorno Debaltseve, stanno causando grandi sofferenze umane e minano tutti gli sforzi volti a una soluzione politica. Le artiglierie devono essere immediatamente ritirate dalle zone residenziali. I residenti di Donbas, in Ucraina, si stanno sforzano di lasciare la regione e la crisi umanitaria continua a peggiorare drammaticamente, inoltre nel periodo più freddo dell’anno”.