Al centro dell'indagine gli appalti sulla Darsena e sulle vie d'acqua, già al centro di un filone d'inchiesta che aveva portato all'arresto, a ottobre, dell'ex responsabile del Padiglione Italia Antonio Acerbo. Intanto Sala risponde a Cantone
La polizia giudiziaria negli uffici di Expo 2015. Su disposizione dei pm di Milano Antonio D’Alessio e Luigi Orsi, gli agenti si sono recati nella sede di Molino Dorino per acquisire dei documenti. L’attività investigativa, da quanto si è appreso, rientra nell’ambito di un’indagine che ipotizza, i altri reati di turbativa d’asta, falsità ideologica e falsi documentali relativi a quattro appalti sulle vie d’acqua, sulla Darsena, sul campo base e sulla passeggiata Margherita. Il fascicolo per il momento sarebbe a carico di ignoti. Gli atti della nuova indagine sono stati trasmessi a Milano dalla Procura di Roma per competenza territoriale dopo un’attività delle Fiamme Gialle capitoline.
Gli appalti sulle vie d’acqua erano già finiti al centro di un filone dell’inchiesta sulla corruzione nell’evento che partirà il primo maggio. Antonio Acerbo, ex responsabile del Padiglione Italia era stato arrestato con l’accusa di turbativa d’asta e corruzione, in merito all’appalto, del valore di 100 milioni, alla Maltauro Spa.
La questione degli appalti ha portato a un botta e risposta tra il commissario unico delegato dal governo, Giuseppe Sala, e Raffaele Cantone. Il commissario Anticorruzione aveva detto: “All’Expo 2015 non sono stati controllati i commissari, molti dei quali erano pregiudicati. È come mettere i pedofili negli asili”. “Col suo arrivo Cantone ha proposto di allargare all’esterno e, nell’allargare all’esterno, poi sono iniziate situazioni del genere”, ha commentato Sala. “Cantone si riferisce a una cosa specifica: nelle gare” per l’assegnazione di appalti di Expo. “Dobbiamo nominare una commissione”, che, secondo la legge, deve essere gestita dalla società Expo 2015 Spa, “con le sue forze, credo per una logica di risparmio di costi, ed è quello che abbiamo sempre fatto. Questo – ha proseguito Sala – solleva un problema generale che non riguarda solo Expo, sui lavori pubblici e le sue condizioni di gara: è giustissimo che vengano coinvolte persone autorevoli, ma oggi non esistono degli argini. Quindi – ha concluso – siccome penso che Expo, anche con i suoi errori, possa e debba essere utile per le altre iniziative che verranno, cerchiamo di imparare che, per esempio, vanno istituiti degli albi di persone che siano veramente titolate a presiedere o a far parte di commissioni di gara per l’assegnazione di lavori pubblici”.