Ancora polemiche per la mancata costituzione come parte civile, al processo contro le agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch in corso a Trani, di ministero del Tesoro, Bankitalia e Consob. L’associazione di difesa degli utenti dei servizi bancari Adusbef ha infatti diffidato via XX Settembre, via Nazionale e l’authority presieduta da Giuseppe Vegas a costituirsi “immediatamente” in modo che il giudice possa decidere se ammetterle nell’ultima occasione utile prima dell’udienza del 5 marzo. E ha contestualmente presentato un esposto alla procura regionale della Corte dei Conti chiedendo che apra un’indagine per accertare se la condotta dei vertici istituzionali degli enti evocati “non integri la fattispecie di danno erariale“. In pratica, l’associazione guidata da Elio Lannutti ritiene che la decisione del ministro Pier Carlo Padoan, di Ignazio Visco e di Vegas non far valere i propri diritti in tribunale – nonostante la procura abbia individuato le rispettive istituzioni come parti offese – vada a scapito “degli interessi pubblici posti a loro non sindacabile tutela“.
“Negli Stati Uniti il colosso del rating S&P patteggia per i suoi rating gonfiati il pagamento dell’astronomica somma di 1,5 miliardi di dollari“, ricorda Adusbef in una nota, facendo riferimento al recente patteggiamento raggiunto dall’agenzia con la Securities and exchange commission (omologo della Consob). “In Italia viceversa le tre più importanti istituzioni finanziarie del paese che vessano i cittadini con una pressione fiscale fuori da ogni logica e controllo rifiutano la possibilità, ove il tribunale riconosca la responsabilità, di un idoneo corposo risarcimento che andrebbe in favore del pubblico erario”. Conclusione: secondo l’associazione “tale condotta integra gli estremi di fatti penalmente rilevanti (come il concorso per condotta omissiva in peculato, e, se del caso, anche la corruzione) che la stessa Procura di Trani dovrebbe valutare”.
Il processo di Trani, di cui il 4 febbraio si è celebrata la prima udienza, coinvolge le due società e sei loro analisti e manager, accusati di manipolazione pluriaggravata del mercato per aver – nel caso di S&P – fornito “intenzionalmente” ai mercati finanziari, nel 2011 e 2012, report con informazioni tendenziose e distorte sull’affidabilità creditizia della Penisola e – per quanto riguarda Fitch – diffuso nei primi giorni del gennaio 2012 “annunci preventivi di imminente declassamento” del Paese, in realtà mai decretato ufficialmente fino al 27 di quel mese, “divulgando così a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate” ed erano “idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari”.
Adusbef e alcuni consumatori che ne hanno fatto richiesta sono stati ammessi come parte civile nel processo. La richiesta di altre associazioni di consumatori è al vaglio del tribunale che scioglierà la riserva il 5 marzo.