Fra tutti coloro che sono nati dopo il 1960, ben una persona su due si ammalerà, nel corso della sua vita, di tumore. Così calcola un nuovo studio, realizzato da Cancer Research Uk, che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica British Journal of Cancer.
La previsione corregge quella precedente che calcolava un ammalato ogni tre persone ed è stata fatta soprattutto considerando un fattore di non poco conto: la vita media si allunga in continuazione e il 60% dei tumori viene diagnosticato in persone sopra l’età di 60 anni. Ecco così che, con una popolazione sempre più anziana, aumenta anche la diffusione dei tumori. Al tutto si unisce anche uno stile di vita sempre meno salutista, soprattutto fra le fasce sociali più povere, non bilanciato da un aumento della consapevolezza del bisogno di una vita sana fra chi ha invece mezzi e capacità per condurla.
“Il cancro è soprattutto una malattia legata all’età – ha sottolineato l’autore principale dello studio, il professor Peter Sasieni della Queen Mary University di Londra – e se le persone vivono più a lungo è normale che sempre più di queste andranno incontro a una diagnosi di tumore”. In parallelo con la presentazione dello studio, Cancer Research Uk ha tuttavia lanciato anche un appello alla politica. Per stare al Regno Unito, il National Health Service (Nhs), quindi il servizio sanitario nazionale, è sottoposto a continui tagli, che per esempio, recentemente, hanno portato alla sospensione dei protocolli di cura con 25 medicinali tumorali considerati troppo costosi per le casse pubbliche. Anche la Gran Bretagna è soggetta a tagli cospicui alle uscite dello Stato. Così, sottolinea Cancer Research Uk, se il trend dovesse continuare potrebbe essere rallentato quel progresso che ha visto il tasso di sopravvivenza dei malati di tumore raddoppiare dal 1970 a oggi.
Il nuovo calcolo è appunto molto diverso perché abbandona un principio al quale ci si appoggiava in passato, cioè che il rischio di contrarre il cancro sia uguale per tutto il corso della nostra vita. Ora, appunto, si è iniziato a calcolare che chi è nato dopo il 1960 ha un’aspettativa di vita assai più alta e che quindi, superata la soglia dei 65 anni, andrà incontro molto più facilmente a una diagnosi di tumore. Lo studio ha anche calcolato come le donne abbiano meno probabilità di ammalarsi: nel corso della vita, il 47,5% delle persone di sesso femminile andrà incontro al cancro, contro invece il 53,5% degli uomini.
Chiaramente, ancora una volta, l’istituto ha sottolineato come sia necessario uno stile di vita molto più sano: smettere di fumare, essere più attivi, bere meno alcool e rimanere magri è infatti quel mix che costituisce la ricetta per ridurre la possibilità di ammalarsi. Però dallo studio anche la conferma, purtroppo, della difficoltà nello stabilire nuove cure definitive. Il direttore esecutivo di Cancer Research Uk, Harpal Kumar, parlando con il Guardian ha ricordato che “ci sono 200 tipi di cancro e sono tutti abbastanza diversi l’uno dall’altro. Così non ci sarà mai un’unica magica pallottola che uccida ogni tipo di tumore. Non riesco a immaginare se e quando ciò possa venire. Però siamo fiduciosi: già ora siamo in grado di curare un numero importante di neoplasie”.