Meglio tardi che mai! Anche la Lega riconosce che varare un registro comunale delle coppie di fatto significa rispondere ad un’esigenza chiara ed indiscutibile di una buona fetta di cittadini contribuenti. E così anche la Verona tinta di verde, retta del sindaco Flavio Tosi, ha deciso di istituire, presso i propri uffici, un elenco dove coppie di fatto eterosessuali o omosessuali, potranno iscriversi e godere di una prima serie di diritti a livello comunale ed amministrativo che prima non avevano.

La scelta veronese ha però aperto un dibattito in seno al Carroccio. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha commentato: “Penso che le emergenze per i sindaci siano abbassare le tasse e aprire scuole, asili ed ospedali”. E ha poi ammesso: “Non è che la cosa mi appassioni più di tanto”. Ci credo, aggiungo io; Salvini è da tempo impegnato solo a far campagna elettorale, a parlare con la cosiddetta “pancia” della gente e a trovare argomenti che facilmente possano essere dati in pasto ad un elettorato distratto e superficiale, come tipicamente è quello leghista.

L’altra faccia della Lega è proprio quella di Flavio Tosi, che in quanto primo cittadino ha a che fare coi problemi concreti dei veronesi; tra i quali, evidentemente, qualcuno gli ha spiegato esserci pure le esigenze di chi vive insieme ma non ha alcuna tutela giuridica che sancisca – in ogni circostanza, evento o fatalità – quell’unione.

La Lega di Salvini è quella dei facili slogan: contro lo straniero, l’europeista e in alcuni casi contro l’omosessuale; viceversa quella di un sindaco, è la Lega dei problemi reali da risolvere, delle domande fatte e le risposte da trovare a tutti i costi; è la Lega che ascolta i bisogni e non ha tempo per le campagne elettorali.

Non ho e non credo che avrò mai simpatie particolari – tantomeno politiche – per un Flavio Tosi, ma riconosco a quest’ultimo il pragmatismo dell’amministratore serio ed impegnato. La penso quindi allo stesso modo dell’Arcigay della città scaligera che ha commentato: “Non si può non rimanere sorpresi dall’annuncio del sindaco in merito all’intenzione di dare piena attuazione alla legge che regola l’anagrafe e che risale al lontano 1989” ha detto il presidente dell’associazione locale Alex Cremonesi, che però ha dovuto sottolineare: “Per quanto anacronistico, l’azione sembra all’avanguardia da parte di un’amministrazione che ha più volte approvato mozioni oscurantistiche e medioevali senza pari in Italia e in Europa”.

L’Arcigay ha poi spiegato nel dettaglio le caratteristiche dell’atto amministrativo veronese: “Più che un effettivo registro delle unioni civili, Tosi ha intenzione di dare il via libera a un registro delle famiglie anagrafiche; uno strumento con una forte differenza rispetto al primo”.

Da Verona spiegano poi che il rilascio “dell’attestazione di famiglia anagrafica basata su legami affettivi” è già nei poteri del sindaco, senza che sia necessario passare per una delibera del consiglio comunale. Il passo successivo e che qualcuno auspica, immaginando un germe davvero progressista per la giunta Tosi, sarebbe una deliberazione comunale che sancisca la nascita del registro, che ancorché superflua, avrebbe un chiaro significato politico.

In quel caso la Lega di Flavio Tosi rispetto a quella di Matteo Salvini, che già adesso rappresentano due anime distinte e contrapposte all’interno del medesimo movimento, dimostrerebbe tutta la propria modernità. Per buona pace dei lumbard, che avrebbero un’alternativa più al passo coi tempi, del movimento tutto slogan e battaglie contro – solo fumo e niente arrosto – del milanese insoddisfatto.

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