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Sergio Mattarella presidente: onore al galantuomo, ma ‘cum grano salis’

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Sull’elezione di Mattarella Sergio in troppi, in tanti si sono buttati a cantare il peana innodico esantante ed esaltato, all’immarcescibile croce rossa su fondo bianco, contornata da esile scudo, che pur è robusto e resistente, imperituro fino alla morte. Uno scudo crociato è il diamante: per sempre. «Allons, enfants de la Patrie! Marchons, Marchons …horde d’esclaves». I plaudentes sono nati schiavi della Dc, del Pci, dei Ds, del Pd, di Berlusconi, di Monti, che pure era apparso austero e serio; di Letta, all’altezza della situazione.Per non dimenticare, ricordate questi nomi e gli «exultet!» d’epoca. Lo stesso scenario si vede adesso, senza nemmeno prendersi la briga di considerare l’attesa di un par di giorni per vedere come si muove il silente, ma non assente Sergio Matterella.

Mi fanno ribrezzo quelli che saltano sempre sul carro che passa, magari perché, poveretti, devono portare a casa la pagnotta e se non si mettono in servizio permanente effettivo non riescono a vivere: giornalisti, politicanti, partiticanti, intellettuali, maneggioni e aspiranti a un posto al sole.

Pare che Renzi abbia pensato a Mattarella perché della sinistra morotea, che ha frequentato don Sturzo, Dossetti, Giobatta Montini, Moro, La Pira, che ha letto Mazzolari, Scoppola, Elia e Luzzati e si è formato a quel cattolicesimo democratico che ha sempre perso perché mirava alle idee e non al potere (evento raro nella storia).

Il Rottamatore, colui che doveva liquidare in due giorni i ferri vecchi della seconda Repubblica e pulire la cantina da cianfrusaglie dalemiane e ferraglia berlusconista, non ha saputo fare altro che andare in una carrozzeria dell’usato d’epoca (Mattarella è un ottimo modello, come la Giulia che lo ha trasportato) e ha trovato una vecchia panda grigia degli anni ’80 e senza neppure farla spazzolare, l’ha venduta come nuova. Operazione riuscita, come Alberto Sordi nel film «I magliari» che in Germania vende tappeti riciclati alle vedove fresche.

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