Il turismo in Europa ha toccato, nel 2014, un nuovo picco, ma l’Italia ha perso quasi 7 milioni di pernottamenti alberghieri. E’ quanto emerge dalle stime diffuse venerdì scorso da Eurostat sull’andamento dei pernottamenti – indicatore, questo, universalmente utilizzato per misurare lo stato di salute del settore – nei 28 Paesi dell’Unione Europea. Ebbene, l’anno scorso, il numero di notti trascorse in strutture ricettive degli Stati considerati ha raggiunto il nuovo record di circa 2,7 miliardi, con un incremento dell’1,7% rispetto al 2013. Questo significa che nel 2014, su suolo europeo, ci sono stati circa 45 milioni di pernottamenti alberghieri in più rispetto all’anno precedente.
Da questo aumento, che si aggiunge alla serie positiva iniziata nel 2010, hanno tratto maggior vantaggio la Lituania (+11,1%), il Belgio (+7,2%), il Portogallo (+7,1%), la Grecia (+6,9%) e la Spagna (+3,1 per cento). Anche la Germania ha visto migliorare sensibilmente le proprie performance, aumentando di poco più di 10 milioni il numero di pernottamenti, che hanno così toccato quota 366,2 milioni. E’ vero che il mercato tedesco si giova in particolare di una forte componente di visitatori nazionali, che contano per l’80%. Ma va considerato che i non tedeschi sono cresciuti del 4,7% tra il 2013 e il 2014. Con questi risultati, la Germania insidia ora il terzo posto dell’Italia nella classifica delle principali destinazioni turistiche europee. E se non fosse per l’Expo, che si stima porterà nel nostro Paese almeno 20 milioni di visitatori, il 2015 avrebbe potuto essere l’anno del sorpasso. I Paesi leader in Europa si confermano Francia e Spagna, con rispettivamente 402,9 milioni e 401,3 milioni di notti spese nei loro hotel nel 2014. Cifre, queste, che coprono quasi il 30% del mercato europeo dei pernottamenti.
L’Italia rimane terza con 369,9 milioni di notti, ma nel 2014, su base annua, le strutture alberghiere della Penisola hanno perso l’1,8% dei visitatori, il terzo peggiore calo nell’Ue. Il Paese resta poi la seconda principale destinazione europea, dopo la Spagna, per turisti non italiani (il 50% della clientela in Italia), ma accusa un calo degli arrivi stranieri dello 0,5%, che si aggiunge al crollo dei visitatori nazionali (-3,1%). In Spagna, invece, gli arrivi dall’estero sono cresciuti del 2,8% e quelli nazionali del 3,7%. Mentre gli incrementi più significativi sono stati registrati dall’Olanda (+10,2%), dalla Lituania (+9,9%) e da Danimarca, Portogallo e Romania (+8,3%).
Quelli elaborati da Eurostat sono dati su cui riflettere. A maggior ragione se si considera che, a pochi mesi da Expo 2015, l’Italia rischia di arrivare impreparata sul fronte della promozione e dell’accoglienza turistica: del piano di trasformazione di Enit si sono perse le tracce, il sito Italia.it è nel limbo, del progetto di digitalizzazione messo a punto dal TdLab non parla più nessuno e il lancio di verybello.it non ha avuto certo l’accoglienza sperata dal ministro Dario Franceschini.
Twitter @albcrepaldi