E’ dagli ultimi mesi dello scorso anno che sui giornali si assiste a una vera e propria altalena in merito agli aiuti post-alluvione in Gargano. Prima, l’esclusione dalle sospensioni tributarie da parte del Ministero dell’Economia, scongiurata anche dalle proteste del governatore Vendola.

Poi, l’esclusione dagli aiuti del governo romano, con il recupero in extremis consistente in 10,5 milioni di euro a fronte di una entità più significativa di danni. Come viene detto anche da Roma, “Con i 10,5 milioni di euro stanziati dal Consiglio dei ministri sarà possibile fronteggiare i primi danni e consentire al territorio di ripartire”.

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Foto della proprietà danneggiata di un ristoratore garganico che ha provveduto in solitudine al ripristino dei luoghi

Il parossismo della discussione si è verificato nei giorni scorsi, quando la parlamentare Lara Comi, in una interrogazione inerente i fondi per le regioni italiane colpite dalle calamità, citava Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ottenendo dal commissario europeo alle Politiche regionali Corina Cretu, la seguente risposta: “La Commissione europea è in contatto con il governo italiano, il quale è attualmente impegnato a raccogliere i dati necessari per una domanda di intervento del Fondo di solidarietà a seguito dei danni.

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Mare, fango e detriti a Peschici

Ça va sans dire: manca la Puglia. Pur essendo indubbiamente una delle regioni aventi necessità di aiuti dopo i danni subiti dalla calamità che solo in Gargano uccise due persone, distrusse campi agricoli e strutture ricettive a Peschici, Vieste e Vico del Gargano. Solo per citare alcuni dei comuni danneggiati. Un consigliere regionale ha parlato della vicenda in questi termini: “Questo è un sopruso e ancor più vergognoso è il silenzio del centrosinistra che si è ben guardato dal denunciare preventivamente la questione, pur essendo dello stesso colore politico del Presidente del Consiglio dei Ministri”.

Ho provato a capirci qualcosa in più. Per far chiarezza. La presentazione delle istanze di mobilitazione dei sovvenzionamenti del Fondo di solidarietà spetta alle autorità nazionali a seguito della stima dei danni conseguenti a una calamità sul territorio.

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Danni al manto stradale in Gargano

Mosso dall’intento di capire come mai la Puglia sia stata esclusa dai fondi comunitari di solidarietà, ho scoperto che l’esclusione sarebbe motivata dallo stesso Regolamento per l’accesso al Fondo in questione, che richiede il requisito di una ampia dimensione territoriale ed economica dei danni conseguenti a una data calamità. Essendo il danno stimato in Gargano al tempo dell’inondazione sostanzialmente inferiore alla soglia minima di attivazione della procedura di richiesta dei fondi comunitari di solidarietà, la regione Puglia è stata esclusa dal dossier su cui Lara Comi interrogava Corina Cretu.

Sorgono, però, delle spontanee considerazioni.

La soglia trova una sua motivazione nel fatto che se l’impatto del danno da calamità non supera una data percentuale d’incidenza sul Pil della regione interessata, non scaturisce la necessità di un aiuto esterno, potendo la Regione far fronte in autonomia. Anche se la provincia di Foggia è un’area con qualche difficoltà in più rispetto ad altre della medesima regione. Forse, se si fosse trovata in Molise quegli aiuti sarebbero scattati. E quindi il riferimento al Pil di una intera regione grande ed eterogenea come la Puglia forse  non ha proprio una sua forza logica.

Parliamo quindi della compensazione dal governo di Roma: a fronte del mancato intervento comunitario al Gargano giungono da Roma solo 10 milioni. Dovendo compensare, forse si sarebbe dovuto fare di più. Una maggiore attenzione e informazione sul problema sarebbe occorsa. Al di là della propaganda di partito e di un’informazione incompleta, sugli interventi in Gargano è filtrato poco. Soprattutto a livello nazionale. E, forse poca attenzione è stata rivolta da Roma come da Bruxelles, visto il rimbalzar di notizie inerenti le esclusioni del Gargano degli aiuti.

Mi fa onore rimarcare che la gente del Gargano si è rimboccata le maniche e ha fatto da sé. La splendida spiaggia di Peschici, divenuta un limaccioso estuario durante l’inondazione, è tornata ad essere il paradiso di sempre, pronta per la prossima stagione turistica. Quella spiaggia sia il simbolo delle popolazioni del Sud migliore, di cui dobbiamo essere orgogliosi.

Ringrazio vivamente per le informazioni coloro che hanno contribuito ufficialmente e ufficiosamente alla stesura di questo articolo. Ringrazio in particolare Raffaele Vescera, giornalista, Giuseppe Ciccomascolo de “L’attacco” di Foggia, che ha fornito anche tutte le immagini riportate a corredo  ed Eustachio Caputo.

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