Lo dico da subito: di cognome non faccio Luzzatto Fegiz/Dondoni/Castaldo e quindi non ho avuto il culo di ascoltarmi in anteprima tutti i pezzi che anche quest’anno inonderanno le vostre case per un tempo stimato massimo di cinque giorni, salvo poi fortunatamente sparire. Ovviamente: con la solita eccezione di un paio di pezzi. Alchè, dato che le cose brutte mi piacciono molto, e parimenti l’essere superficiali e prevenuti è l’unico sport nazionale che tutti negano di praticare (salvo poi fiondarcisi a piè pari), ecco che mi pare cosa giustissima levarmi la maschera da censore ex-post, per indossare quella più rassicurante da giudice prevenuto. Perché sì, è giusto. E perché so che quest’anno Sanremo sarà indubitabilmente uno schifo. Non diversamente dal solito, che poi è il motivo per cui mi piace guardarlo.

Partiamo dalle basi: consultare il sito del Festival per capire chi ci suonerà e trovarsi di fronte questa cosa qui, una immagine depixellata, una roba immonda da anteguerra dell’internet.

SanRemo

Per cercare di camuffare a chi vada il mio gradimento (…), presenterò le canzoni seguendo l’ordine alfabetico del relativo cantante. Gli insindacabili parametri secondo i quali esprimerò il gradimento: titolo della canzone, arrangiamento, algoritmo sulla percentuale di disagio/antipatia/inutilità che gli artisti hanno generato nella mia testa in anni difficili per il pop mainstream italiano. Mi sono avvalso di preziosi insider per avere i wikileaks dei testi delle canzoni in gara: grazie testimania.com

Annalisa: “Una finestra tra le stelle” – E’ un pezzo che parte piano e sussurrato, coi soliti carillon a caso, a lei che esplode l’ugola e tutte quelle menate lì. Ha vinto il premio della critica ad Amici: chi sono mai io per sindacare? Nessuno. Voto 3.

Bianca Atzei: “Il solo al mondo” – Grazie a te Bianca ho deciso di inaugurare un nuovo premio “Se non hai la pagina Wikipedia non sei nessuno”. Direi che lo vince di diritto. C’è l’aggravante: ho scoperto che fa rockettino melenso e innocuo, che ha collaborato con i Modà e potremmo anche chiuderla qui direi. Voto 1.

Malika Ayane: “Adesso e qui” / Nina Zilli: “Sola” – Sono chiaramente la stessa persona. Al netto della loro passione nel portare a Sanremo pezzi con titoli da geolocalizzione (nel 2013 fu “E se poi”/”Per sempre”), la Ayane è quella che forse più ci sa fare e che sa più scrivere. Dopo di che non si sopporta questa patina finto retrò fatta di boccoli platino e vorrei vivere in Happy Days, però ci si passa sopra. Quasi. Voto 5.

Biggio e Mandelli: “Vita d’inferno” – Ecco quello che sicuramente sarà il pezzo simpatia. Quando per simpatia intendo “”””simpatia””””. Rockettino da quello – Mandelli – che voleva fare gli Strokes virati garage. E ci riuscì malino. Ma gli si può perdonare anche questo. A meno che la coppia non porti il pippone impegnato sull’impiegato del catasto sfigatissimo con figlio rompiballe. Questo sarebbe davvero inaccettabile. E, purtroppo, accadrà. Voto 4.

Alex Britti: “Un attimo importante” – Britti è un redivivo che, per non si sa quale merito se non quello di essere un virtuoso dello strumento, viene giudicato da tutti oh vabbè chitarrista pazzesco. Che sono gli stessi che dicono la stessa cosa di Satriani. Inversamente proporzionali al suo essere un chitarrista pazzesco sono i testi e la sua maxillo-faccialità. Voto 3.

Chiara: “Straordinario” – Se cercate una nuova suonerà midi per il vostro cellulare questa farà al caso vostro. Voto 2.

Dear Jack: “Il mondo esplode tranne noi” – Perdonate il gioco di parole ma che mondo sarebbe con i soli Dear Jack al mondo? Migliore, credo. Anche loro scuola Amici, anche loro pop-rock inutile. Talmente inutile che potrebbe piacere anche a vostra nonna che davanti alla tv chiederà, come ogni anno, “quando arriva Al Bano/Nilla Pizzi/La Zanicchi?”. Retrogradi al massimo grado. Voto 0

Grazie Di Michele e Mauro Coruzzi: “Io sono una finestra” – A giudicare dai titoli lo special guest di SanRemo 2015 saranno le finestre. Come ogni anno il canone, anche quest’anno la tassa da pagare è composta da canzone sulla crisi/sfiga (Biggio/Mandelli) + canzone sui diritti civili. Una volta c’era Povia, ora una insegnante di Amici+un ex insegnante di Amici ad assolvere, su una base semi-rap finto tristesse/disagio tipo Dj Gruff, il compito di farci tutti riflettere che essere uomini e vedersi ologrammi della vagina al posto del pene ci sta. Grazie per sensibilizzarci. Voto 4.

Lara Fabian: “Voce” – Volevo darle il premio “Chi cavolo è” a mani basse, poi ho scoperto che nel 1988 ha partecipato all’Eurovision  Song Contest in rappresentanza del LUSSEMBURGO. Ora, spero vi rendiate conto anche voi che deve vincere lei. Voto 9. Anzi rettifico: 10 perché la sua pagina wikipedia riporta una sua foto con didascalia “Lara Fabian al XV anniversario del Salone del Cioccolato”.

Lorenzo Fragola: “Siamo uguali” – Arriviamo qui alla tassa X-Factor che quest’anno ha partorito lui. A chi come me sperava in un grado di parentela anche lontanissimo col mitico Marco Marfè detto “Il Fragolone” (ora arrestato per sospetta usura), tocca accontentarsi di un ragazzo che tenta di fare il verso a Ronan Keating. Si segnala il videoclip del suo singolo “The Reason Why” dove una ragazza si innamora di lui subito appena dopo la sua vittoria a X-Factor, guardacaso. La tassa Povia/sessismo anche a questo giro è pagata. C’è anche il risvolto da storia 10/10: è diventato – per davvero – singleVoto 8

Irene Grandi: “Un vento senza nome” – Chitarra cazzuta, lei che ha una bella voce e che nella mia testa sarà sempre la versione femminile di Ligabue. Quindi voto 4 e Stanis di Boris spiega articolatamente il mio giudizio.

Gianluca Grignani: “Sogni infranti”/ Marco Masini: “Che giorno è”/ Nek: “Fatti Avanti Amore”/Raf: “Come una favola” – Anche qui nella mia testa sono la stessa persona. Quelli che volevano fare rock e si sono trovati imborghesiti, salvo qualche deviazione grazie all’alcol per Grignani. Insomma immagine ripulita da novelli Renato Balestra/Claudio Baglioni. La musica invece è sempre la stessa: melodia piena d’archi, chitarra in solo, batteria che graffia un pochino di più degli altri. Insomma: uno schifo. Voto 10 come somma delle parti.

Il Volo: “Grande amore” – Sono tre ragazzi che piacciono in America perché esportano l’Italia che adorano laggiù, cioè la peggiore Voto 0.

Moreno: “Oggi ti parlo così”/ Nesli: “Buona fortuna amore” – La tassa rap. Perché ora il rap piace a tutti. E quindi dobbiamo sorbircelo. Il testo di Nesli è al controprova che il Jovanotti seconda maniera ha creato mostri, quello di Moreno la controprova che Moreno autogenera mostri. Voto 3.

Anna Tatangelo: “Libera” – Contributo significativo dato all’umanità è l’aver litigato con Milly D’Abbraccio. Per il resto sarà il solito pezzo della Tatangelo sulla dicotomia tra speranza/segregazione. Voto 1.

Qui di seguito forse i versi più significativi del lotto. A ricordarci che sì insomma sarà il solito circo insensato nonsense. Ed è giusto che sia così.

La sera al ristorante
M’han lasciato in mutande
Ed al mattino…
Mi sveglio e m’han fregato il motorino
Vita d’inferno
Fortuna che non dura che in eterno
Vita d’inferno
Se lo sapevo prima rimanevo dentro l’utero materno

Biggio e Mandelli – Vita d’inferno

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