Avevo il McDonald’s sotto tiro. Mi misi ad aspettare. Giù in strada c’era un bel po’ di gente che girovagava, buttava i rifiuti, mangiava hamburger, camminava schivandosi, faceva shopping e parlava al cellulare. Il killer sceglieva spesso le vittime tra la folla, per dare anche a questo omicidio il suo marchio di fabbrica. Se la prese comoda. Quello di cui né lui né Klein sospettavano era che io conoscevo perfettamente il suo aspetto. Dopo un’ora lo vidi. Il cecchino indossava un abito gessato e appariva diverso dal solito, ma ero sicuro fosse lui. L’addestramento militare ti mette in condizione di capire quando qualcuno è armato dal modo in cui cammina. Era evidente che avesse una pistola. Arrivò fino al McDonald’s e si fermò. Poi entrò. Puntai la canna sulla porta, calibrai il mirino e aspettai. Pochi minuti dopo uscì e fece per andarsene, la croce di puntamento perfettamente incollata alla testa. Aspettai che oltrepassasse un gruppo di turisti poi feci fuoco. Bastò un solo colpo: gli entrò con tale precisione nel cranio che prima di cadere l’uomo era già morto. Si abbatté al suolo come un albero e rimase lì mentre la gente lo scavalcava, finché qualcuno non si accorse della macchia di sangue che si stava allargando sul marciapiede. Una donna si fermò, portandosi le mani al volto: aveva della materia cerebrale sul vestito. Un’altra donna si accorse delle macchie che impregnavano la sua camicetta e cominciò a urlare. Quei rumori brevi, acuti, intermittenti si diffusero nell’aria e risuonarono come una sirena. Si formò un gruppetto di persone, mentre altri rimasero più indietro a guardare. La gente iniziò a telefonare. Misi il fucile nella sacca e attraversai l’atrio deserto. Uscii dalla porta sul retro e salii in auto. Ero già lontano quando la polizia arrivò.
È uscito in questi giorni, sia in formato eBook che in formato cartaceo, Confessioni di un sicario di Richard Godwin (pubblicato dalla casa editrice italo/francese Meme Publishers e tradotto da Eugenia Serravalli, Agnese Scarpa, Giacomo Stefanini), l’ultima fatica dell’oramai noto Richard Godwin, autore di romanzi molto apprezzati dalla critica internazionale, quali Apostle Rising, Mr. Glamour, One Lost Summer e Meaningful Conversations. Insieme a Noir City, edito da Lite Editions, Confessioni di un sicario è il suo secondo romanzo tradotto in italiano.
Si tratta di un noir dal ritmo serrato che narra l’iniziazione e la carriera come sicario della mafia di Jack, un ex Royal Marine dell’esercito britannico. Quando il potente boss Luca Martoni gli affida l’incarico di assassinare un corrotto uomo politico inglese, inizia per lui una nuova vita e diventa il ripulitore preferito della Mafia. I suoi incarichi si succedono senza sosta e gli procurano denaro e successi, finchè non viene coinvolto in un sinistro complotto governativo, ed ha una sola possibilità di uscirne. Un romanzo di forte attualità che racconta le discese agli inferi di un uomo comune, coinvolto nelle trame oscure dello Stato.
Avevo bisogno di quei soldi per ricominciare. Pensavo di viaggiare e di raccogliere le idee, magari di aprire una mia attività. Di versare un anticipo per una casa e riprendere in mano le redini della mia vita. C’è differenza tra ricevere un ordine e accettare un incarico. La differenza sta nella scelta, o meglio nelle scelte che ci si illude di fare. A volte si tratta solo di lasciare che siano gli altri a decidere. Rimettersi all’autorità. Tirarsi indietro. Era bastato un attimo a far sì che il panorama cambiasse, l’attimo in cui rubai l’ultimo respiro di Stone. L’orizzonte ora era iniettato di sangue. Quel giorno il Royal Marine che ero stato lasciò la casa di Stone con un compagno di viaggio. Volevo levarmi il sapore di quell’esperienza dalla bocca, ma ogni volta lo sguardo che lo specchio mi restituiva era quello di un altro. Quel filtro rese la mia vita sgranata come in un film al rallentatore, insidiosa come un passo sul ghiaccio. Omicidio dopo omicidio assimilavo quel compagno, finché lui non divenne me.