La cancelliera tedesca pessimista dopo il vertice di ieri: “Dovevamo tentare, cauti su garanzie che Mosca può fornire”. Durissimo il presidente francese. E il comandante Nato apre a “opzione militare”. Putin: "Non vogliamo nessun conflitto armato". Poroshenko: "No a forze di peacekeeping in Ucraina"
Nessun documento. Nessuna strategia congiunta per il cessate il fuoco in Ucraina. In poche parole, il vertice di Mosca tra Angela Merkel, Francois Hollande e Valdimir Putin non ha avuto esito positivo. E il dibattito sulla crisi di Kiev si restringe tra posizioni opposte sull’ipotesi di un intervento militare e la fornitura di armi contro i filorussi.
Dai due leader europei non arrivano spiragli positivi. Anzi. La cancelliera tedesca, alla conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera, ha ammesso il fallimento degli incontri e delle possibilità di risoluzione del conflitto. E all’orizzonte il presidente francese delinea l’ipotesi peggiore: se non si trova un accordo “duraturo” sull’Ucraina, “noi sappiamo che l’unico scenario non può che essere la guerra“.
Una linea negativa quella dei due leader europei, che si scontra con le dichiarazioni a distanza di Putin. Il presidente, dal nono Congresso dei sindacati russi a Sochi, punta a stemperare la tensione sul conflitto armato perché il Cremlino, dice, non vuole “combattere con nessuno” e intende “collaborare con tutti”. Ma se da un lato parla di disponibilità, dall’altro rilancia l’offensiva contro le sanzioni imposte dall’Occidente. E che l’Unione europea potrebbe inasprire la prossima settimana. Vuole minimizzarne l’impatto, precisando che “non possono essere efficaci” in un Paese come la Russia, “anche se ci danneggiano”. “Noi – ha proseguito – lo dobbiamo capire, e capendolo dobbiamo aumentare il nostro livello di sovranità anche nella sfera economica“.
Mentre a margine della conferenza di Monaco è iniziato l’incontro trilaterale tra la cancelliera tedesca, il presidente ucraino Petro Poroshenko e il vice presidente Usa Joe Biden, convinto che Usa ed Europa debbano schierarsi insieme contro la Russia, la partita tra Mosca e l’Occidente si concentra sulla possibilità dell’intervento militare, che la Nato non esclude, e la fornitura di armi a Kiev, ipotesi dalla quale il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha messo in guardia Stati Uniti ed Europa. Perché così non farebbero altro che “aggravare la tragedia dell’Ucraina”. Però si dice ottimista e convinto che i colloqui “proseguiranno”. Positivo anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che ha garantito che l’iniziativa di Francia e Germania sarà sostenuta dall’Unione europea. Il governo ucraino, invece, che chiede aiuto militare agli alleati è convinto che il cessate il fuoco nell’est potrebbe essere raggiunto nel giro di “poche ore o al massimo giorni”. Kiev, ha aggiunto, “è pronta per un cessate il fuoco complessivo e anche la Russia dovrebbe esserlo”, ma ha rifiutato l’ipotesi di forze di peacekeeping in Ucraina.
Merkel: “Cauti sulle garanzie di Mosca” – “Dopo i colloqui di ieri – ha dichiarato Merkel – posso dire che è incerto che questi abbiano avuto successo, ma ha certamente avuto valore il tentativo”. In particolare, quello che emerge è la diffidenza nei confronti di Mosca: difficile fidarsi, spiega, “dopo la grande delusione di Minsk“, ovvero degli accordi mai rispettati per la cessazione delle ostilità. Per questo, ha detto, “credo si debba essere molto cauti sulle garanzie” che il Cremlino può fornire sull’Ucraina. Ma anche a fronte di un nulla di fatto “dobbiamo sempre di nuovo tentare”. Stessa linea del ministro degli Esteri ucraino Pavel Klimkin, che scarta la rottura dei rapporti diplomatici con Mosca.
“La Russia – ha detto – deve essere una parte inalienabile della soluzione del problema. Proprio per questo, la Russia assieme all’Ucraina e l’Osce fa parte del gruppo di contatto di Minsk”. Al contrario, ha aggiunto, se “l’Ucraina rompe le relazioni, distruggerà il formato dei negoziati e metterà in pericolo la pace di Minsk che, a vedere gli ultimi avvenimenti, è quanto vorrebbero i terroristi“. E “in caso di rottura delle relazioni diplomatiche (con la Russia, ndr) i negoziati si svolgeranno solo attraverso mediatori. Dubito che sia la migliore soluzione decidere qualcosa che ci riguarda senza di noi”.
Nato non esclude intervento militare – La Merkel punta il dito contro contro le responsabilità del Cremlino, perché “la Russia deve fare la sua parte nella crisi ucraina”, e ricordando che “i confini europei sono e devono restare inviolabili“. Allo stesso modo deve essere rispettata”la libertà dei popoli di decidere il loro futuro”. Quello che ha travolto Kiev è inoltre un conflitto che “non può essere risolto con mezzi militari”, e a maggior ragione fornire armi, che secondo Merkel in Ucraina “sono già troppe”, “non è la soluzione”. La linea di Berlino – convinta di volere lavorare per la sicurezza dell’Europa “con la Russia, non contro” – si contrappone però a quella della Nato, che per voce di Philip Breedlove, comandante in capo delle forze armate degli Stati Uniti e della Nato in Europa, spiega di non escludere l’intervento militare. Un’ipotesi che “non dovremmo escludere”, ha detto, puntualizzando però di riferirsi alla possibilità di fornire armi, non di inviare soldati.
“In preparazione un testo per la discussione di domenica” – La collaborazione con Mosca, ha proseguito la cancelliera, è fondamentale per “mantenere la sicurezza e l’ordine” e “per affrontare sfide internazionali, come la proliferazione delle armi di distruzione di massa o il terrorismo“. Perciò, ha concluso, “dobbiamo definire insieme delle soluzioni” e tutto questo dimostra che “la cooperazione con la Russia su questioni importanti è possibile”. Secondo quanto riporta l’agenzia russa Interfax, la cancelliera, insieme a Hollande, avrebbe lasciato a Mosca degli esperti di politica estera per stendere un piano per mettere fine al conflitto nel sud-est ucraino da presentare nel colloquio telefonico di domani tra i leader di Francia, Germania, Russia e Ucraina. “Certamente – ha detto la fonte all’agenzia – i leader non sono venuti da soli” al vertice di ieri notte al Cremlino con Putin “e hanno sicuramente lasciato i loro specialisti di politica estera a Mosca per lavorare al testo che dovrebbe essere presentato domenica in una discussione telefonica. E’ chiaro – ha aggiunto – che sta andando avanti un lavoro molto solido”.