Le misure introdotte dal governo vanno nella “giusta direzione”, ma “corruzione” e “criminalità” sono ancora a “livelli intollerabili“. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, dal palco del congresso nazionale degli operatori finanziari organizzato da Assiom Forex, ha espresso giudizi positivi – con qualche distinguo – sull’avvio della riforma del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione, sul discusso decreto di riforma delle banche popolari e sull’ipotesi di una bad bank per lo smobilizzo dei crediti deteriorati delle banche italiane. Ma al tempo stesso ha avvertito che “l’intrusione della corruzione e della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale rimane su livelli intollerabili”. E sollecitato a “garantire la legalità, anche attraverso una maggiore efficacia dell’amministrazione della giustizia“. Indispensabile, poi, un “miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione“, che “accrescerà la competitività del nostro sistema produttivo” ed è un “prerequisito per l’efficacia di tutti gli altri interventi”.
“I primi due decreti attuativi del Jobs Act hanno ampliato le tutele fornite dai sussidi di disoccupazione e ridotto i costi delle procedure di risoluzione dei rapporti di lavoro e l’incertezza sui loro esiti finali“, ha detto il il numero uno di via Nazionale, commentando i primi interventi sul lavoro. Ma, ha ricordato, “la legge delega prevede di accompagnarli con un’adeguata revisione delle politiche attive del lavoro”, che l’esecutivo deve ancora varare. Bene, poi, le “misure da poco adottate per promuovere la mobilità dei dipendenti pubblici, ma “una riforma più ampia, centrata sull’aumento della trasparenza e sulla semplificazione, è oggetto di un disegno di legge in discussione in Parlamento“. E “il suo successo dipenderà da come i princìpi generali, condivisibili, troveranno concreta attuazione“.
Promossa anche la riforma delle banche popolari che tante polemiche ha creato per le indiscrezioni uscite nei giorni precedenti il varo del decreto, che hanno influenzato le quotazioni di Borsa degli istituti, per il presunto conflitto di interessi del ministro Maria Elena Boschi e per la posizione nettamente contraria di forze politiche bipartisan e di esponenti del governo stesso, come il ministro Maurizio Lupi. L’obbligo di trasformazione in spa, ha commentato Visco, “risponde a esigenze da tempo segnalate, da noi, dal Fondo monetario internazionale e dalla Commissione Europea, e rese ora più pressanti dal passaggio al sistema di vigilanza unica“. E, secondo il governatore, ha il vantaggio di “accrescere la capacità di ricorso al mercato dei capitali“. Inoltre “la più ampia partecipazione dei soci in assemblea riduce il rischio di concentrazioni di potere in capo a gruppi organizzati di soci minoritari“.
Via libera anche alla bad bank con un “intervento diretto dello Stato” “per far fronte al deterioramento dei crediti indotto dalla gravità e dalla lunghezza della recessione, nonché all’esigenza di assicurare adeguati flussi di finanziamento all’economia”. Tuttavia, ha avvisato il successore di Mario Draghi, occorre uno schema che garantisca il pieno “rispetto della disciplina europea sulla concorrenza” e per farlo “preveda il pieno coinvolgimento delle banche nei costi dell’operazione e un’adeguata remunerazione del sostegno pubblico”. No, quindi, alla concessione di garanzie statali senza partecipazione al rischio da parte degli istituti. Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, la cui Società per la gestione delle attività (Sga) stando alle bozze di provvedimento rese note dal Messaggero sarà al centro del piano ad hoc del governo, ha confermato che il piano c’è e “se ci sarà un intervento pubblico noi daremo il nostro contributo” anche se “noi al nostro interno stiamo già lavorando sui crediti deteriorati”. Una “soluzione di sistema per la gestione dei crediti deteriorati in Italia” è “indispensabile” anche per il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa, Giovanni Bazoli.
Quanto all’andamento dell’economia italiana, dopo le previsioni economiche d’inverno della Commissione il numero uno di Palazzo Koch sabato ha detto di aver alzato le proprie stime sull’incremento del Pil dell’Italia da +0,4% a oltre +0,5% nel 2015 e da +1,2% a sopra l’1,5% nel 2016 grazie al quantitative easing varato dalla Bce, nel cui ambito gli acquisti di titoli di Stato da parte della Banca d’Italia “potrebbero essere dell’ordine di 130 miliardi“. La crescita, ha detto Visco, sarà spinta dal piano di Draghi e dalle “ulteriori variazioni dei tassi di cambio derivanti dalle nuove misure”.