Nel '45 prese parte alla liberazione di Torino. Giornalista, lavorò per la Rai, l'Unità e il Resto del Carlino. Fu comandante delle brigate Garibaldi
È morto a Roma il partigiano Massimo Rendina. Aveva 95 anni. Era vice presidente dell’Anpi nazionale e presidente di quella capitolina. La notizia della morte è stata data dall’assessore alla Scuola con delega alla Memoria di Roma Capitale, Paolo Masini. “Ciao Comandante Max – ha scritto l’assessore – Rendina ha rappresentato una voce libera per Roma e per l’Italia, e l’esempio di come ai nostri giorni sia ancora possibile mettere in pratica e trasmettere in modo alto e nobile i valori di quella grande pagina della nostra Storia che fu la Resistenza“, ha concluso, annunciando che il Comune organizzerà delle iniziative per ricordare il partigiano.
Rendina, conosciuto anche come “Max il giornalista”, aveva collaborato con il Resto del Carlino, in cui lavorò insieme a Enzo Biagi. Dopo aver partecipato alla liberazione di Torino, nel 1945, iniziò a collaborare con l’Unità e con la Rai. Ne Il Comandante Max, documentario a lui dedicato da Claudio Costa, racconta la sua esperienza in Russia. Fu anche comandante delle Brigate Garibaldi.