Questa ipotesi, per il capo della diplomazia russa, potrebbe minare gli sforzi per una soluzione politica. Al termine della conference call tra Putin, il presidente ucraino Petro Poroshenko, Merkel e Hollande i quattro leader hanno deciso di incontrarsi mercoledì 11 febbraio a Minsk
Sono due i punti fermi della Russia per risolvere la crisi ucraina, che finora ha causato oltre cinquemila vittime. A differenza di quanto dichiarato dalla Nato e da Hollande, che ha ipotizzato uno scenario di guerra nel caso non si riesca a trovare un accordo, Putin ha chiarito che il Cremlino non vuole nessun conflitto armato. E anche il segretario di Stato Usa John Kerry ha assicurato “che non ci sono divisioni, noi siamo uniti, siamo uniti nella diplomazia e lavoriamo insieme, tutti d’accordo sul fatto che non possa esserci una soluzione militare”.
Ed è sul fronte delle armi che corre la tensione tra gli Stati Uniti, che continuano a tenere aperta l’opzione di fornire armi a Kiev, e Mosca. Un’opzione alla quale è contraria gran parte dei Paesi Ue, Germania in testa. Ma secondo il capo della diplomazia, Serghiei Lavrov, che sabato 7 febbraio ha incontrato a Monaco la cancelliera Angela Merkel, il piano discusso a Washington di fornire armi all’Ucraina potrebbe avere conseguenze imprevedibili e minare gli sforzi per una soluzione politica alla crisi. Lavrov ha anche assicurato che Mosca è pronta ad agire come garante di un eventuale accordo.
In tarda mattinata si è poi conclusa l’attesa conference call in ‘formato Normandia’ tra il leader del Cremlino Vladimir Putin, il presidente ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francoise Hollande per tirare le somme dei negoziati dei giorni scorsi sul nuovo piano di pace per il Donbass, frutto di una controproposta franco-tedesca ad una proposta del Cremlino. Nessuna conclusione, anche se i leader hanno proposto incontrarsi mercoledì a Minsk, capitale della Bielorussia. Riguardo il contenuto della conference call, il sito della presidenza ucraina ha scritto che sono stati fatti “progressi” e che i quattro leader si aspettano che i loro colloqui la prossima settimana portino ad un “rapido e incondizionato cessate il fuoco”.
Sulla tensione nell’est dell’Ucraina interviene anche l’alto rappresentate dell’Unione europea per gli Affari esteri Federica Mogherini, “esclusa” dall’incontro a tre che si è tenuto a Mosca tra Merkel, Hollande e Putin. Mogherini si è detta “molto preoccupata delle relazioni dell’Ue con la Russia” e ha aggiunto di non sapere ancora se gli esiti del colloquio sul nuovo piano di pace per l’Ucraina siano positivi. Una posizione peraltro espressa anche dalla cancelliera tedesca all’indomani del vertice.