Cervelli in fuga

Assistenza sanitaria, Uk vs Italia: quando sono gli immigrati a prendersi cura di noi

In UK c’è una penuria endemica di personale medico-sanitario locale e i britannici, che sono pragmatici, cercano altrove chi possa prendersi cura di malati e anziani. Senza la forza lavoro straniera il Servizio sanitario nazionale britannico (NHS) si troverebbe in serie difficoltà.

E’ stato così fin dalla creazione del Servizio sanitario pubblico nel 1948, quando il governo britannico reclutava decine di migliaia di medici e infermieri nelle ex-colonie. Oggi il 26% dei medici è straniero, così come il 22% degli infermieri assunti tra il Settembre 2013 e Settembre 2014. Medici e infermieri arrivano da India e Pakistan, Sud Africa e Nigeria e, sempre più spesso da Italia e Grecia.

Dati e Grafica: @The Guardian

Sono numeri emblematici del contributo sociale ed aconomico degli emigrati in UK. Sanità e immigrazione infatti sono entrambe al centro del confronto politico in vista delle elezioni politiche a Maggio, ma per quanto il dibattito sia polarizzato su posizioni molto diverse sarebbe impossibile per chiunque negare quello che è un dato di fatto; gli emigrati si prendono cura dei britannici.

Il Servizio sanitario pubblico – orgoglio nazionale al pari di Shakespeare, tanto da essere stato al centro della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi del 2012 – crollerebbe senza la forza lavoro straniera.

In italia invece i medici non mancano. Siamo uno dei paesi col più alto numero di medici di base e pediatri (7,6 medici ogni 10 mila abitanti e 9.1 pediatri ogni 10.000 bambini). E non mancano neppure gli infermieri visto che l’emergenza infermieristica di cui si parlava fino al 2008 si è trasformata in surplus. I posti letto ospedalieri però  sono sempre meno,  il 20% della popolazione supera i 65 anni di età e i cambiamenti sociali delle famiglie italiane indicano che la domanda di assistenza domiciliare sta salendo esponenzialmente. Quindi servono badanti e assistenti sanitari.

E così come in UK, quando l’offerta locale non basta, anche in Italia facciamo arrivare dall’estero chi si prende cura dei nostri malati e degli anziani.

E’ difficile trovare dati precisi sui badanti in Italia. Secondo i dati dell’Osservatorio Inps sui Lavoratori Domestici, nel 2013 erano registrate oltre un milione e mezzo di persone, per la maggioranza stranieri (circa l’ 80%) e in prevalenza donne. Visto che l’Inps non differenzia tra badanti e colf non sappiamo con certezza quanti stranieri prestino assistenza domiciliare ad anziani e malati ma stime del Censis ci dicono che circa il 60% dei lavoratori domestici registrati sono badanti stranieri. Sono in prevalenza donne (oltre 85%), hanno tra i 36 e i 50 anni e la loro presenza nel territtorio varia, visto che l’80% delle badanti sono straniere al Nord e nel Centro Italia ma sono il 64% al Sud.

Uno studio della Fondazione Leone Moressa, conferma che ci sono  almeno 770 mila badanti stranieri. Il l 37% possiede un diploma di istruzione superiore e il 7% una laurea. Le badanti che vivono con l’assistito sono la maggior parte (il 65%), anche se il fenomeno è in calo, soprattutto tra le più giovani. Il 73% delle badanti che vivono con i loro assistiti guadagna tra i 700 e i mille euro netti al mese, e solo l’11,5% supera i mille euro. Vista la situazione demografica del nostro Paese, sembra certo che la domanda di assistenza continuerà a crescere – il Censis stima che entro il 2030 in Italia avremo bisogno di altre 500 mila badanti in più.

 

L’esercito delle badandi straniere non solo fornisce un servizio di assistenza indispensabile ma, secondo le analisi della Fondazione Leone Moressa, nel solo 2010 i lavoratori domestici stranieri hanno versato nelle casse dell’Inps circa 700 milioni di euro. Quella che è iniziata come una forma di welfare informale sta diventando un servizio professionale a tutti gli effetti. Secondo lo studio Censis/ Ismu già citato circa il 70% delle badanti straniere dichiara di essere venuta nel nostro Paese con l’intenzione di assistere malati e anziani e il 73% delle badanti intende partecipare a corsi di formazione per specializzarsi e fornire assistenza di alto livello.

Le badanti straniere, come gli infermieri e i medici stranieri in Gran Bretagna, vivono lontane dai loro affetti per occuparsi dei nostri. Ma a differenza di medici e infermieri che arrivano in UK, le badanti trovano in Italia un mercato del lavoro con molte zone d’ombra e irregolarità e sono spesso isolate socialmente e quasi invisibili al mondo.

Si prendono cura dei nostri anziani e dei malati che il nostro sistema sanitario avrebbe molte difficolta ad assistere. E il minimo che possiamo fare è riconoscere pienamente il loro ruolo di pilastri dell’assistenza domiciliare e ringraziare loro e i Paesi da cui provengono, di cuore e spesso.