Associazione a delinquere per alcuni, frode sportiva per tutti gli altri. Minimo comun denominatore: le partite di calcio da truccare. Emergono responsabilità e particolari finora poco conosciuti nelle carte della Procura di Cremona, che ha notificato la chiusura delle indagini per 130 persone. Tra loro, l’intero gotha dello scandalo calcioscommese, ma anche nomi assai noti del pallone made in Italy. Due su tutti: Stefano Colantuono e, soprattutto, Antonio Conte. A carico del ct della nazionale l’ipotesi di reato è frode sportiva (e non associazione a delinquere) per fatti avvenuto quando il tecnico salentino era alla guida del Siena.
Il primo maggio del 2011, ad esempio, si disputa Novara-Siena. Finirà 2-2. Secondo l’accusa, l’allenatore degli ospiti Antonio Conte comunica ai suoi giocatori “che era stato raggiunto dalle squadre l’accordo sul pareggio”, così “condizionando”, anche in considerazione del ruolo di superiorità nei confronti degli altri calciatori, “il risultato della partita”. Meno di un mese dopo, a fine maggio, il Siena gioca in trasferta contro l’Abinoleffe. I toscani sono già promossi in Serie A, i bergamaschi hanno bisogno di punti. Alcuni giorni prima del match, ha luogo una riunione tecnica alla quale erano presenti Conte e gli altri giocatori, più lo staff tecnico: “A seguito del benestare di Conte – scrivono i magistrati – veniva presa la decisione definitiva di lasciare la vittoria all’Albinoleffe, nell’ambito di un contesto in cui si teneva conto anche della partita di andata”, vinta dal Siena. Sono questi due dei passaggi chiave delle 108 pagine depositate e che costituiscono il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.
Nell’inchiesta cremonese – ed è la vera novità di oggi – è finito anche il mister dell’Atalanta Stefano Colantuono, in relazione alla gara Crotone-Atalanta del 22 aprile 2011. A leggere le carte della procura, Colantuono, in concorso tra gli altri con Cristiano Doni, “concordava col Crotone, squadra nella quale poteva contare sul portiere (…), un over con pareggio”, di comune utilità per le due squadre. Finì due pari, con rete ‘decisiva’ dell’ex capitano nerazzurro. Quest’ultimo è indagato per associazione a delinquere. Stessa sorte per il calciatore della Lazio Stefano Mauri. Nell’ambito del campionato 2010/2011, “manifestava – scrivono i pm – la sua costante disponibilità a favore del gruppo degli zingari (il gruppo dei scommettitori ai quale farebbe capo il serbo Almir Gegic) ad alterare in cambio di denaro il risultato di partite della Lazio, favorendone la vittoria”. Le partite manipolate sarebbero state Lazio-Genova (15/5/2011) e Lecce-Lazio (22/5/2011).
La figura dell’ex bomber Beppe Signori – anche a lui viene contestata l’associazione a delinquere – esce invece a proposito del gruppo dei ‘bolognesi‘, in combutta con gli zingari per pianificare le partite di interesse del gruppo, di cui Signori era parte attiva. L’ex Nazionale, scrive il procuratore, era “già collegato, quantomeno dal 2007, con alcuni esponenti di Singapore”, altro gruppo di scommettitori illegali, “organizzando e partecipando a tutti gli eventi riferibili al suddetto gruppo”. Associazione a delinquere anche per Stefano Bettarini: in occasione di Siena-Sassuolo (marzo 2011), avrebbe informato Erodiani (l’allibratore che, secondo gli inquirenti, aiutò il portiere della Cremonese Marco Paoloni quando “avvelenò i compagni durante Cremonese-Paganese”) che il Siena ‘si è mosso di persona’ alludendo ad iniziative corruttive intraprese dalla suddetta squadra”.
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“Con sentenza del 26 marzo 2019, ormai definitiva, il Tribunale di Cremona ha assolto Marco Paoloni dal reato di cui all’art. 440 c.p., perché il fatto non sussiste e lo ha prosciolto, per intervenuta prescrizione, in relazione agli altri reati contestati”.
Aggiornato da Redazione Web