Juventus-Milan l’hanno vinta i bianconeri. Fuori dal campo hanno perso entrambi. Perché il giorno dopo è un susseguirsi di veleni, accuse, repliche che sfiorano l’insulto. Senza stile, da una parte e dall’altra, a prescindere da dove sieda la ragione. Un tempo le polemiche del pallone venivano combattute a colpi di fioretto, con le battute e le ironie dei grandi presidenti, in primis l’avvocato Agnelli, di cui il numero uno bianconero porta lo stesso cognome ma ben altro aplomb. Oggi si usa la scimitarra, aggettivi offensivi come “ignorante” o “arrogante”.
E argomenti a volte francamente insostenibili: nel corso del weekend il Milan è arrivato a mettere in dubbio la veridicità del replay del primo gol dei bianconeri (segnato da Tevez in posizione regolare per pochi centimetri), sostenendo che le immagini erano state prodotta dalla società di casa. Lo ha fatto più volte, su Twitter, per bocca di Adriano Galliani, anche sul sito ufficiale, con un’insistenza abbastanza sospetta su quali fossero i reali intenti della polemica. Ma di fronte all’assurdità di certe tesi sarebbe bastato il silenzio. Del resto, ci aveva già pensato Sky (chiamata in causa nella vicenda) a spiegare chiaramente le cose, per difendere la propria credibilità. Al massimo si sarebbe potuto pubblicare in homepage un bel quadro di Piero Della Francesca, per un ripassino di quella prospettiva che un altro “geometra” (“il miglior che fusse dei tempi suoi”, come lo definiva Giorgio Vasari) aveva spiegato al mondo dell’arte.
Invece la Juventus ha scelto la via del comunicato ufficiale. Lungo e durissimo. Che dice tante cose, fra le righe. Non è casuale, ad esempio, la sottolineatura del ruolo istituzionale del “geometra” Galliani, vicepresidente di Lega (oltre che amministratore delegato rossonero). E neppure il riferimento polemico all’ “advisor/procacciatore/produttore”, la compagnia Infront (mai nominata esplicitamente) che cura la commercializzazione dei diritti tv della Serie A e che è tanto vicina alla galassia Mediaset. Da qualche anno in Lega calcio e in Figc è in corso una guerra fra bande, che ha toccato praticamente tutti i passaggi chiave del nostro mondo del pallone (dalla rielezione di Beretta alla guida della Lega ai diritti tv, per arrivare allo scontro frontale della scorsa estate per la presidenza della Federcalcio). Quelle che un tempo venivano considerate (e si consideravano) società amiche, oggi sono in conflitto permanente. E le ruggini di certe battaglie si fanno sentire. Tanto più per il fatto che, almeno sul piano politico, la Juventus e Agnelli ne sono usciti quasi sempre sconfitti. Così si spiega il comunicato bianconero, ineccepibile nella sostanza, meno nella forma volutamente acrimoniosa, con il verbo “ignorare” ripetuto per ben dieci volte. Dal tono – su questo almeno pare aver ragione il Milan – arrogante, come scrive l’ultimo comunicato rossonero, che ha chiuso in serata una querelle di cui il calcio italiano avrebbe fatto volentieri almeno.
Certo, se il senso delle dichiarazioni di Galliani era deviare l’attenzione dalla crisi tecnica senza fine della sua squadra (appena 29 punti in 22 partite disputate), forse l’ad rossonero ha centrato il suo obiettivo : oggi si parla dell’ennesimo, futile polverone mediatico del calcio italiano, non degli scarsi risultati dei ragazzi di Inzaghi. E chissà che in futuro, anche grazie a questa diatriba, gli amici di Infront non possano espandere il raggio delle proprie prerogative. In quest’ottica l’operazione potrebbe anche dirsi riuscita. Ma al prezzo della credibilità di una società e del suo uomo immagine, che un tempo facevano notizia per i trofei vinti e i colpi sul mercato, oggi (quasi) solo per le polemiche. Mentre dall’altra parte della barricata lo “stile Juve” è morto e sepolto: ogni occasione è buona per attaccare gli avversari e continuare a combattere battaglie il cui reale interesse è lontano dai campi da gioco ed interessa poco ai tifosi. Tradotto: i due giorni di Juventus-Milan sono lo specchio del nostro calcio. Che non solo è poco spettacolare e povero, ma anche schizofrenico e rissoso perché popolato da interessi e personaggi da retrobottega.
Twitter: @lVendemiale
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Milan e Galliani, fuorigioco di credibilità. Come il fu stile Juve – Fatto Football Club
Le polemiche dopo la sconfitta dei rossoneri allo Juventus Stadium sono lo specchio del calcio italiano. Che non solo è poco spettacolare e povero, ma anche schizofrenico e rissoso perché popolato da interessi e personaggi da retrobottega
Juventus-Milan l’hanno vinta i bianconeri. Fuori dal campo hanno perso entrambi. Perché il giorno dopo è un susseguirsi di veleni, accuse, repliche che sfiorano l’insulto. Senza stile, da una parte e dall’altra, a prescindere da dove sieda la ragione. Un tempo le polemiche del pallone venivano combattute a colpi di fioretto, con le battute e le ironie dei grandi presidenti, in primis l’avvocato Agnelli, di cui il numero uno bianconero porta lo stesso cognome ma ben altro aplomb. Oggi si usa la scimitarra, aggettivi offensivi come “ignorante” o “arrogante”.
E argomenti a volte francamente insostenibili: nel corso del weekend il Milan è arrivato a mettere in dubbio la veridicità del replay del primo gol dei bianconeri (segnato da Tevez in posizione regolare per pochi centimetri), sostenendo che le immagini erano state prodotta dalla società di casa. Lo ha fatto più volte, su Twitter, per bocca di Adriano Galliani, anche sul sito ufficiale, con un’insistenza abbastanza sospetta su quali fossero i reali intenti della polemica. Ma di fronte all’assurdità di certe tesi sarebbe bastato il silenzio. Del resto, ci aveva già pensato Sky (chiamata in causa nella vicenda) a spiegare chiaramente le cose, per difendere la propria credibilità. Al massimo si sarebbe potuto pubblicare in homepage un bel quadro di Piero Della Francesca, per un ripassino di quella prospettiva che un altro “geometra” (“il miglior che fusse dei tempi suoi”, come lo definiva Giorgio Vasari) aveva spiegato al mondo dell’arte.
Invece la Juventus ha scelto la via del comunicato ufficiale. Lungo e durissimo. Che dice tante cose, fra le righe. Non è casuale, ad esempio, la sottolineatura del ruolo istituzionale del “geometra” Galliani, vicepresidente di Lega (oltre che amministratore delegato rossonero). E neppure il riferimento polemico all’ “advisor/procacciatore/produttore”, la compagnia Infront (mai nominata esplicitamente) che cura la commercializzazione dei diritti tv della Serie A e che è tanto vicina alla galassia Mediaset. Da qualche anno in Lega calcio e in Figc è in corso una guerra fra bande, che ha toccato praticamente tutti i passaggi chiave del nostro mondo del pallone (dalla rielezione di Beretta alla guida della Lega ai diritti tv, per arrivare allo scontro frontale della scorsa estate per la presidenza della Federcalcio). Quelle che un tempo venivano considerate (e si consideravano) società amiche, oggi sono in conflitto permanente. E le ruggini di certe battaglie si fanno sentire. Tanto più per il fatto che, almeno sul piano politico, la Juventus e Agnelli ne sono usciti quasi sempre sconfitti. Così si spiega il comunicato bianconero, ineccepibile nella sostanza, meno nella forma volutamente acrimoniosa, con il verbo “ignorare” ripetuto per ben dieci volte. Dal tono – su questo almeno pare aver ragione il Milan – arrogante, come scrive l’ultimo comunicato rossonero, che ha chiuso in serata una querelle di cui il calcio italiano avrebbe fatto volentieri almeno.
Certo, se il senso delle dichiarazioni di Galliani era deviare l’attenzione dalla crisi tecnica senza fine della sua squadra (appena 29 punti in 22 partite disputate), forse l’ad rossonero ha centrato il suo obiettivo : oggi si parla dell’ennesimo, futile polverone mediatico del calcio italiano, non degli scarsi risultati dei ragazzi di Inzaghi. E chissà che in futuro, anche grazie a questa diatriba, gli amici di Infront non possano espandere il raggio delle proprie prerogative. In quest’ottica l’operazione potrebbe anche dirsi riuscita. Ma al prezzo della credibilità di una società e del suo uomo immagine, che un tempo facevano notizia per i trofei vinti e i colpi sul mercato, oggi (quasi) solo per le polemiche. Mentre dall’altra parte della barricata lo “stile Juve” è morto e sepolto: ogni occasione è buona per attaccare gli avversari e continuare a combattere battaglie il cui reale interesse è lontano dai campi da gioco ed interessa poco ai tifosi. Tradotto: i due giorni di Juventus-Milan sono lo specchio del nostro calcio. Che non solo è poco spettacolare e povero, ma anche schizofrenico e rissoso perché popolato da interessi e personaggi da retrobottega.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - E' stato ricordato oggi nell'aula della Camera l'ex-deputato Mimmo Lucà, parlamentare per cinque legislatura, scomparso il 13 febbraio scorso, all'età di 71 anni. Esponente dei cristiano sociali e dei Ds, è stato anche dirigente delle Acli. L'aula ha osservato un minuto di silenzio per commemorare Lucà.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La balla della privacy con cui la maggioranza e il governo giustificano la loro lotta senza quartiere alle intercettazioni, oltre ad essere una motivazione del tutto falsa e smentita dai fatti, ormai non regge più nemmeno rispetto alle azioni dello stesso centrodestra. Infatti, mentre alla Camera demoliscono le intercettazioni, al Senato portano avanti l'articolo 31 del Ddl Sicurezza che consentirà ai Servizi segreti la schedatura di massa dei cittadini". Lo afferma la deputata M5S Valentina D'Orso, capogruppo in commissione Giustizia.
"Non sono più credibili nemmeno quando accampano motivazioni di comodo, si smentiscono con i loro stessi provvedimenti che in realtà rispondono a un disegno ormai chiaro: indebolire gli strumenti di indagine della magistratura che possono dar fastidio ai colletti bianchi e allo stesso tempo creare un brutale sistema di repressione del dissenso e controllo sui cittadini comuni".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - La Camera è riunita in seduta notturna per finire l'esame degli emendamenti al ddl intercettazioni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto finale che dovrebbe arrivare nella serata. I lavori sono previsti fino alle 24.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.