Bocche cucite in Procura su un'inchiesta rimasta finora riservata. Udienza preliminare fissata il 12 marzo, l'accusa è abuso d'ufficio. L'alta funzionaria in contatto telefonico con un personaggio coinvolto in un'indagine sulla criminalità in Veneto per la cancellazione di una contravvenzione. Pochi giorni fa i documenti sul caso Gelmini pubblicati da ilfattoquotidiano.it
Il prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace, è indagato per abuso d’ufficio. La Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio dell’alto funzionario e di altri dipendenti dell’ufficio del governo e l’udienza preliminare, in cui il gup deciderà sulla richiesta del pm, è stata fissata il prossimo 12 marzo. Fonti qualificate interne alla Procura di Brescia riferiscono che le indagini sarebbero nate da un’inchiesta condotta in Veneto sulla criminalità organizzata – anche per traffici di droga – in cui uno dei soggetti intercettati si sarebbe messo in contatto con il prefetto Brassesco Pace, chiedendo consigli su come far annullare una contravvenzione. Il ricorso contro la multa sarebbe stato presentato alla Prefettura di Brescia dalla persona sottoposta a intercettazioni da parte della Procura di Verona, o dai suoi famigliari, e la Prefettura avrebbe archiviato la pratica.
Il Procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno, ha fatto sapere a ilfattoquotidiano.it di “non voler rilasciare dichiarazioni su questa vicenda”. Anche il legale che avrebbe assunto la difesa del prefetto, interpellato, ha risposto di “non voler fornire informazioni”.
Secondo le notizie raccolte da ilfattoquotidiano.it, il Ministero dell’Interno è stato informato dell’inchiesta, ma non avrebbe adottato alcun provvedimento. Tutto il Palazzo di giustizia di Brescia osserva, su questa indagine, un rigoroso silenzio. Nei giorni scorsi ilfattoquotidiano.it ha pubblicato la documentazione relativa ad alcuni ricorsi, presentati alla Prefettura di Brescia nel 2011 dalla segreteria dell’onorevole Mariastella Gelmini, in cui l’allora Ministro dell’Istruzione del governo Berlusconi chiedeva l’annullamento di tre multe per eccesso di velocità, inoltrandoli su una carta intestata “sospetta” del ministero con due apostrofi prima della parola “Università”. Quei ricorsi, nonostante l’evidente incongruenza, erano stati accolti dalla Prefettura bresciana nel 2011.
Narcisa Brassesco Pace, genovese, è prefetto di Brescia dal 2009, voluta dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni. La sua carriera prefettizia comincia nel 1976 alla Prefettura di Asti, in seguito alle prefetture di Genova e Biella. Ha ricoperto anche il ruolo di vice direttore della Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno. Tra il 1999 e il 2001 Brassesco Pace “è stata segretario generale della holding S.G.F., gruppo leader nella logistica dei trasporti – si legge sul curriculum pubblicato sul sito della Prefettura di Brescia – controllante diverse società tra cui SM Logistics Serra-Merzario, nonché direttore generale del Gruppo Aprile Spa, società operativa nel settore del trasporto marittimo e aereo”.
Contattato da ilfattoquotidiano.it, il prefetto Brassesco Pace per il momento non ha voluto commentare.