Tra Marchionne e Montezemolo è difficile stabilire chi mi sia più simpatico, anzi sarebbe meglio dire meno antipatico… alla fine riesco a digerirli solo grazie a Crozza, un maestro che va oltre la semplice arte dell’imitazione e crea dei veri e propri personaggi capaci di vivere di vita propria. Per questo sono rimasto abbastanza indifferente quando Lcdm (come veniva chiamato dai dipendenti all’interno delle mail aziendali) è stato silurato e “Serghio” ha preso il timone della Ferrari. Anche perché la storia dei sei anni di insuccessi sportivi serviva solo a divagare dalle motivazioni reali della detronizzazione, cioè la libertà di azione societaria e finanziaria. Montezemolo ha sicuramente costruito un’azienda di successo sul piano del prodotto, ma le idee di Marchionne circa il destino del Cavallino Rampante erano ben altre.
Secondo i soliti bene informati, negli ultimi anni era stato proprio Lcdm ad avere l’ultima parola sul “naming” delle auto e quindi dobbiamo ringraziare lui per la Enzo e la LaFerrari. Ma ditemi voi come si fa a chiamare i due modelli che rappresentano il top prestazionale del decennio (dopo 288 Gto, F40 e F50) con il nome del fondatore dell’azienda e poi con quello dell’azienda stessa. Continuando con questo sistema la prossima supercar si sarebbe solo potuta chiamare “Dio”.
Il “Sergione” di Crozza direbbe “Non voglio che mi si dica grazie per questo”, ma devo ammettere che quando ho saputo che la nuova Ferrari stradale si chiama 488 Gtb e basta, ho tirato un profondo sospiro di sollievo.