Un'analisi Adnkronos stima che nel 2015 le amministrazioni locali hanno messo a bilancio il 20% in più di multe. Che però, dice il ministro Lupi, non possono servire a far cassa e ripianare i conti. Intanto, alcuni Comuni hanno "dribblato" lo sconto del 30% (dovuto a chi paga subito) aumentando i costi di notifica
Negli ultimi cinque anni le multe automobilistiche sono lievitate di quasi dieci volte: +987%, certifica il Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it. In nessun altro paese del Vecchio Continente il numero delle contravvenzioni è aumentato così tanto. Al secondo posto c’è la Romania, con “appena” il 124% di sanzioni in più. Il dubbio che a questo smisurato incremento – oltre ad un certo tasso di maleducazione stradale – concorra anche la necessità di far cassa da parte della pubblica amministrazione sembra venire confermato dal fatto che al primo posto delle infrazioni più contestate ci sia il divieto di sosta. E che l’uso del cellulare e l’eccesso di velocità arrivino solo dopo. Secondo l’elaborazione di Contribuenti.it, a Milano, Napoli e Aosta scatta una multa ogni 10 secondi. Il 28% degli italiani si fa pizzicare almeno una volta l’anno.
Adnkronos ha stimato per il 2015 una crescita degli incassi per i comuni per il 2015 attorno al 20%: la valutazione si basa sull’analisi dei bilanci delle amministrazione locali. Quest’anno a Roma sono previsti controlli più capillari tanto che un quinto dei proventi delle multe è già stato destinato al “potenziamento delle attività di accertamento delle violazioni”: la previsione è di un gettito superiore ai 250 milioni. A Milano – riferisce Adnkronos – i soli autovelox dovrebbero contabilizzare fino a 480.000 euro al giorno, mentre Bologna prevede 3 milioni di incasso in più. Bolzano stima un gettito mediamente di 38 euro per ciascuno dei quasi 106.000 residenti (4,014 milioni), mentre Ferrara va in controtendenza: 800.000 euro in meno nel 2015 dalle sanzioni.
“Non è tollerabile che si utilizzi la leva delle contravvenzioni per ripianare buchi di bilancio”, aveva tuonato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi. Ma non è che lo Stato agisca diversamente. Perché dal 1° gennaio 2015 sono scattati gli aumenti automatici delle sanzioni amministrative relative alle infrazioni del Codice della Strada. Abolita per i lavoratori, la “scala mobile” è stata introdotta per stabilire l’entità delle multe. Che viene aggiornata “ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti”. L’aumento è dello 0,7% (significa un rincaro fra 1 e 10 euro a seconda della gravità della contestazione), comunque il più basso da quando è scattato l’aggiornamento.
Poco più di 2 italiani su 10 pagano le sanzioni senza reclamare: il 78% impugna il verbale. Il risultato è che il totale delle sanzioni non versate è enorme. Un paio di anni fa era attorno ai 2 miliardi. Per combattere il fenomeno dei ricorsi e dei mancati pagamenti, il Governo ha disposto lo sconto del 30% per chi paga entro 5 giorni. Le amministrazioni hanno risposto a modo loro, applicando oneri di notifica la cui legittimità è almeno discutibile. La rivista Quattroruote ha interpellato 60 comandi di polizia locale riscontrando differenze abissali sugli addebiti: dai 10 euro di Genova ai 22 di Bologna o dai 12,61 di Roma ai 19,80 di Milano. In teoria si tratta di “spese di accertamento e notificazione”, cioè il costo della visura per individuare il proprietario del veicolo, che gli enti pubblici non pagano, e quello della raccomandata (6,60 euro).
La stragrande maggioranza delle amministrazioni è “fuorilegge”, perché non osserva la disposizione che impone di comunicare come viene impiegato il gettito ricavato delle multe: “Ad oggi – ha detto il ministro Lupi intervenendo al Quattroruote Day– su 8.057 comuni, solo 438 hanno rendicontato al Ministero come utilizzano le risorse”. Che, dice la norma, per almeno il 50% devono venire destinate al miglioramento della sicurezza stradale.