Costanzo Gala, primario dell’ospedale San Paolo di Milano, dovrà depositare una relazione sulle condizioni di salute del detenuto. Oggi i giudici della Sorveglianza hanno affidato l’incarico al professore fissando un termine di due mesi (fino al 10 aprile) per il deposito della sua relazione
Tra due mesi uno psichiatra, Costanzo Gala, primario dell’ospedale San Paolo di Milano, dovrà depositare una relazione sulle condizioni di salute di Fabrizio Corona. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale di Sorveglianza del capoluogo lombardo ai quali la difesa dell’ex ‘re dei paparazzi’, nelle scorse settimane, ha presentato un’istanza di detenzione domiciliare.
Oggi i giudici della Sorveglianza (presidente Marina Corti, relatrice Beatrice Crosti) hanno affidato l’incarico per la perizia psichiatrica a Gala, fissando un termine di due mesi (fino al 10 aprile) per il deposito della sua relazione. In questo periodo lo psichiatra andrà nel carcere di Opera per visitare Corona, detenuto da circa due anni, e valutare le sue condizioni psicologiche e psichiatriche.
Nelle scorse settimane, infatti, i legali dell’ex agente fotografico, gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, hanno chiesto alla Sorveglianza di far uscire Corona dal carcere, perché soffre di depressione, psicosi, ansia e attacchi di panico, e di mandarlo, sempre in regime detentivo, in una comunità (la Fondazione Exodus di Don Mazzi ha già dato la propria disponibilità).
Un’istanza, quella dei legali, che si basa su una relazione psichiatrica redatta da Riccardo Pettorossi, consulente dei difensori. E lo scorso 26 gennaio la Sorveglianza ha deciso di disporre una perizia psichiatrica d’ufficio. Dopo il deposito, la relazione di Gala verrà discussa nell’udienza fissata per il 23 aprile. E poi i giudici dovranno decidere se fare uscire o meno dal carcere Corona, che ha un cumulo di pene definitive di 13 anni dopo l’annullamento da parte della Cassazione dello sconto applicato dalla corte d’Appello. Pende ancora, infine, la richiesta di grazia parziale presentata dai difensori lo scorso dicembre all’allora presidente Giorgio Napolitano.