Al netto delle polemiche che si sono levate in questi ultimi giorni a proposito dell’aumento dei costi di realizzazione del tunnel di base del Fréjus (parte della nuova linea Torino-Lione, anche definita “Tav”) pari a 2 miliardi e 358 milioni di euro, si deve evidenziare come lo schema di decreto ministeriale recante l’approvazione del contratto di programma 2012-2016 – Parte investimenti sottoscritto in data 8 agosto 2014 tra la società Rete ferroviaria italiana S.p.A. e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, stando alla documentazione trasmessa in Parlamento, con riferimento specifico alle “Grandi Opere” parla di un incremento complessivo delle risorse all’uopo destinate di oltre 4,1 miliardi di euro.
Si legge, infatti: “Nell’orizzonte del contratto proseguiranno le attività sui lotti costruttivi già avviati (Terzo Valico dei Giovi. Nuovo Valico del Brennero e linea AV/AC Treviglio Brescia e verranno avviati ulteriori lotti di potenziamento degli assi Milano-Venezia e della linea AV/AC Napoli-Bari). Nel presente Contratto vengono altresì recepiti gli importanti stanziamenti per il finanziamento della fase realizzativa del nuovo collegamento Torino-Lione. Nella Tabella seguente sono riportate per singolo investimento le variazioni alle coperture finanziarie introdotte da una serie articolata di provvedimenti legislativi che complessivamente hanno incrementato le risorse destinate alle grandi opere per oltre 4, 1 miliardi di euro”.
Tale cifra va letta avendo riguardo anche agli accordi sottoscritti dal Ministero ed RFI in data 5 e 9 dicembre 2014, soprattutto per quanto attiene all’aggiornamento delle stime dei costi previsti per gli interventi relativi alla “Nuova linea Torino-Lione” e “AV/AC Verona Padova” che rientrano, ovviamente, nell’ambito delle “Grandi Opere”.
Ora. Sul costo definitivo della “Nuova linea Torino-Lione”, il chiarimento finale sulla stima dei costi applicati sarà indicato dal CIPE nell’ambito della riunione programmata per il prossimo 17 febbraio in cui verrà approvato il progetto definitivo dell’opera, ma appare evidente che con il nuovo Contratto di Programma ci sarà, comunque, un sensibile aumento dei costi soprattutto per alcune delle opere citate.
Allo stesso tempo, sconcertano pure i costi sostenuti dallo Stato per il trasporto su strada e, segnatamente, per l’autotrasporto. In modo impressionante. Alcune norme recentemente introdotte dalla legge di stabilità 2015, infatti, da un lato, prevedono 270 milioni di euro l’anno per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 (1 miliardo e 80 milioni di euro complessivi) per la sola categoria degli autotrasportatori al fine di prevedere il ripristino al 100% delle agevolazioni sulle accise per le quali dal 1 gennaio 2015 sarebbe stata applicata la riduzione del 15 % in virtù di quanto previsto dalla precedente legge di stabilità 2014, e dall’altro destinano, a regime, sempre per l’autotrasporto, anche per favorire i processi di ristrutturazione e aggregazione delle imprese, ulteriori 250 milioni di euro l’anno, per un ammontare complessivo degli importi previsti dall’una e l’altra norma che incidono sulle casse dello Stato per oltre 500 milioni di euro l’anno.
Insomma, paghiamo e continuiamo a sostenere cifre esorbitanti non solo per la Nuova linea Torino-Lione, ma anche per le altre grandi opere ferroviarie, come pure per il trasporto su strada, e in particolare, per l’autotrasporto.
Ma… E’ possibile continuare così? E quali saranno i ritorni veri per il rilancio dell’economia? Difficile a dirsi. Senza entrare diffusamente nel merito delle scelte politiche sulla Torino- Lione (scelte che, a mio avviso, sopratutto in questo momento di crisi, potrebbero essere comunque riviste anche dai più convinti sostenitori dell’opera, nella considerazione che la realizzazione di un progetto così impegnativo per le casse dello Stato appare del tutto incompatibile con l’ordine di priorità che ci si aspetterebbe nella destinazione delle risorse per il rilancio dell’economia) si deve pure ricordare che in favore dell’autotrasporto, negli anni addietro, sono state alimentate numerose misure di sostegno che hanno raggiunto la cifra astronomica, solo nel periodo tra il 2000 e il 2009, di ben 3,5 miliardi di euro. Oggi destiniamo all’autotrasporto oltre 2 miliardi di euro in soli quattro anni. Questo è quanto. Pensiamoci un attimo.